Gli occhi di migliaia di lavoratori sono puntati sulla Camera dove, oggi, inizia la discussione sul testo di legge che, se approvato, estenderà le deroghe alla riforma Fornero a un’ulteriore platea di esodati. Si tratta di persone che, dopo aver sottoscritto un accordo di fuoriuscita dall’azienda in cui lavoravano in cambio di un indennizzo che consentisse loro di mantenersi da lì all’accesso alla pensione, a seguito della riforma si trovano ora o rischiano di trovarsi in futuro, senza reddito e senza assegno previdenziale. Tra costoro, 120mila sono già stati “salvaguardati”; restano tutti gli altri. Resta, inoltre, da capire quanti sono. Secondo l’Inps, ne rimangono circa 170mila, secondo il ministero del Lavoro molti meno. In ogni caso, il testo all’esame di Montecitorio ha lo scopo di tutelarne il maggior numero possibile. Individuando, anzitutto, nei proventi dei giochi e delle lotterie le risorse necessarie. E qui iniziano i problemi. Pare, infatti, che i proventi già non siano sufficienti a soddisfare altri capitoli di spesa a cui erano destinati. Abbiamo chiesto al presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa, cosa ci si attende all’iter che si inaugura oggi.



Il vicepresidente della commissione, Giuliano Cazzola, ha affermato, su queste pagine, che servono almeno, da qui al 2019, 30 miliardi di euro per risolvere il problema di tutti gli esodati. Una cifra praticamente impossibile da recuperare…

Quando martedì disporremo della relazione tecnica e la commissione Bilancio si sarà pronunciata in merito, capiremo effettivamente a quanto ammontano le risorse necessarie. Fino ad allora, qualunque previsione sui calcoli mi sembra azzardata.



Pare, in ogni caso, che il gettito proveniente da giochi e lotterie sia già inferiore alle aspettative e, addirittura, non consentirà di coprire capitoli di spesa individuati in precedenza

Questo non significa che non si possano trovare soluzioni alternative, reperendo le risorse altrove. In tal caso, compete alla Ragioneria dello Stato indicare dove.

Con l’iter che inizia oggi, gli esodati rimasti possono quindi sperare di essere anch’essi tutelati?

Un confronto serio su questo argomento può portare a soluzioni ulteriori rispetto a quelle trovate con i precedenti interventi. D’altro canto, da parte del governo c’è stata una dichiarazione d’intenti volta a superare il problema.



Lo stesso Monti si era impegnato in tal senso.

Esatto. Alla vigilia del summit europeo del 28 giugno, il Parlamento approvò la riforma del mercato del lavoro, affinché Monti potesse presentarsi ai partner comunitari con un testo in mano che dimostrasse la capacità dell’Italia di varare le riforme. In quell’occasione, il presidente del Consiglio si impegnò solennemente a far sì che nessuno rimanesse senza reddito da salario o da pensione a causa delle riforma delle disciplina. Il medesimo impegno, d’altro canto, fu assunto in Parlamento anche in occasione della riforma delle pensioni.

 

Concretamente, quindi, come crede che si procederà?

A partire da oggi, ritengo possibile, di anno in anno, allargare la platea di salvaguardati.

 

Intanto, sarebbe opportuno capire quanti esodati ci sono effettivamente.

 

Guardi, siamo stanchi dei balletti tra la Ragioneria di Stato, il ministero e l’Inps. E’ necessario affrontare seriamente il problema, capire in che termini si può risolvere e con che gradualità. Se non è possibile tutelare tutti e subito, si inizi da coloro che sono a rischio per il 2014 e per il 2015. Per gli anni successivi, di volta in volta si individueranno le risposte. Nella previsione che, con il tempo, i risparmi provenienti dai tagli aumenteranno. Credo che il Parlamento stia operando in maniera adeguata. Dobbiamo ricordarci che, tanto per cominciare, ha costretto la Fornero ad ammettere gli errori e trovare 55mila coperture in più rispetto a quelle previste.

 

Dall’iter che si inaugura oggi, che risultati si attende?

 

Mi auguro che venga trovata la copertura per tutto il 2014 e il 2015. A partire dal testo unico firmato e condiviso all’unanimità da tutta la commissione Lavoro.  

 

Che giudizio ha del decreto attuativo firmato da Grilli con i quale, di recente, è stata data operatività al salvataggio degli ulteriori 55mila esodati?

 

Si è trattato di un atto conseguente agli impegni che erano già stati assunti. 

 

(Paolo Nessi)