Quanto sostiene Susanna Camusso non è corretto. E’ quanto ha dichiarato il ministro Corrado Passera in una intervista rilasciata a Sky commentando l’accordo raggiunto tra governo e parti sociali. Parti sociali che vedono fuori la la Cgil. Hanno invece aderito firmando l’accordo Abi, Ania, Confindustria, Lega cooperative, Rete imprese Italia, Cisl, Uil e Ugl. Mario Monti aveva subito commentato che la Cgil pur dichiarandosi fuori è libera di aderire quando lo riterrà opportuno, questo accordo non ha limiti di scadenza, ha detto. Susanna Camusso aveva invece definito l’accordo un modo di scaricare sui lavoratori i costi e le scelte per uscire dalla crisi, coerentemente con quanto ha sempre fatto questo governo. Non si è detta poi favorevole a seguire il consiglio del premier, cioè di aderire in futuro: non si aderisce a posteriori, ha detto, perché le soluzioni unitarie si costruiscono. Tornando oggi sull’argomento, Corrado Passera ha detto come invece l’unità sindacale soprattutto in un momento di crisi sia un valore ed è necessario che ci sia il massimo di unità. Questo valore però, ha detto ancora, non può essere tale da porre diritti di veto che in certi casi non sono giustificati. La scelta della Cgil non la capiamo: “Ci siamo sentiti molto dispiaciuti  si tratta di motivazioni che oggettivamente non tengono. Francamente non capiamo opposizione”. Ha inoltre detto che il parere di Susanna Camusso secondo cui i salari dopo questo accordo diminuiranno è un parere non corretto: questo accordo ha trovato un “vastissimo consenso” tra una parte dei sindacati e le aziende, dunque un segnale forte. Scorretto anche parlare di asse politico tra Cisl, Uil e governo, ha aggiunto:  “Abbiamo lavorato tutti insieme e cercato di coinvolgere il maggior numero di rappresentanze dei lavoratori  fino all’ultimo ho cercato di spiegare alla Cgil e alla signora Camusso quanto importante questo accordo poteva essere”. L’accordo in questione, quello sulla produttività, è l’ultimo passo di un cammino iniziato lo scorso 5 settembre con l’incontro tra governo e imprenditori e quindi l’11 settembre sempre tra governo e sindacati. Scopo degli incontri sollecitare l’impegno a rendere di più nella produttività del lavoro, alzare la competitività e attrarre investimenti. Nella legge di stabilità è stato poi incluso uno stanziamento pari a 1,6 miliardi di euro per il 2013/14 per la detassazione del salario di produttività. 



Il commento del leader della Cisl Bonanni: “Siamo riusciti a definire quello che serve per ridare slancio al Paese. Serve a dare forza ai salari, ecco perchè insisto per detassare gli accordi di produttività. Anche lo Stato avrà più entrate”. 

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