Si accende un barlume di speranza per quelle migliaia di lavoratori che hanno scoperto, in procinto di andare in pensione, che la ricongiunzione dei contributi derivanti da diversi istituti previdenziali sarebbe costata loro anche diverse centinaia di migliaia di euro. Intervistata da Report, il ministro Fornero ha detto che qualcosa non le torna. E che ha chiesto all’Inps se tutte le persone che hanno ricevuto la lettera con i costi del ricongiungimento abbiano effettivamente goduto di privilegi e che metodologie siano state adottate. Poi, si è impegnata a far sì che, entro fine legislatura, le pensioni ammontanti a 15mila euro l’anno, laddove non vi sia stato alcun beneficio nella ricongiunzione, non siano gravate da un ulteriore carico contributivo. IlSussidiario.net ha fatto il punto della situazione con il senatore Maurizio Castro. «Prima di compiere qualunque passo è necessario disporre di un quadro chiaro, e agire con estrema prudenza prima di giungere a un nuovo caso esodati. Detto questo, la proposta del ministro del tutto razionale. Anche se, a dire il vero, l’impressione è che i casi di cui lei parla non rappresentino la stragrande maggioranza dei casi. Temo, infatti, che moltissimi ricongiungimenti comportino effettivamente dei benefici». Non per questo, un esborso di decine, se non addirittura, centinaia di migliaia di euro può dirsi legittimo. «L’ideale sarebbe passare a un regime flessibile. La quota di contribuzione aggiuntiva che viene richiesta al contribuente, dovrebbe essere, per lo meno, proporzionale al beneficio che ottiene dal ricongiungimento. La scelta di modulare l’onere in base ai vantaggi derivanti del ricongiungimento, inoltre, dovrebbe essere lasciata al pensionando». Non solo: «L’ipotesi del modulo flessibile consentirebbe a ciascuno di essere in grado di valutare i benefici complessivamente ricavabili dall’investimento nella ricongiunzione».



Sembrerebbe una norma di buon senso. Non si capisce, quindi, perché non si decida di metterla in atto. «Questo esigerebbe un sistema sofisticatissimo di monitoraggio e di previsione, e di relative modulazione dei costi collegati all’operazione. Mi pare che, purtroppo, lo Stato, sul fronte dei monitoraggi attivi e accessibili, sia piuttosto indietro». In ogni caso, le parole del ministro, dato che si è presa un impegno di fronte a delle telecamere, possono, quantomeno, far ben sperare. «Indubbiamente. Oltretutto, non è da escludersi che possa prendere effettivamente in considerazione le suddette proposte». 



Sta di fatto che, secondo il senatore, accanto a queste misure, è necessario dar vita a un istituto analogo a quello già proposto per la vicenda degli esodati: «Serve un super-commissario. O anche più di uno. Due o tre persone di grande autorevolezza e competenza che, nell’arco di pochissimo tempo, siano in grado di effettuare una verifica sulle situazioni previdenziali collegate ai diversi istituti previdenziali e sulle modifiche da apportare in termini di costi sostenibili». 

 

(Paolo Nessi)

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