La vicenda degli esodati assomiglia sempre di più alla tela di Penelope. Quanto la commissione Lavoro produce la mattina, viene disfatto la sera dai diversi soggetti incaricati di verificare le coperture finanziarie per i provvedimenti ipotizzati: il governo, il ministero dell’Economia, la Ragioneria di Stato, la commissione Bilancio. E’ stata quest’ultima, alla Camera, a dichiarare inammissibili, ieri sera, due emendamenti volti a estendere le tutele per gli esodati più un terzo finalizzato a risolvere la questione dei ricongiungimenti onerosi (come ha spiegato su queste pagine Giuliano Cazzola). Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro ed esponente del Pd in commissione Lavoro, spiega a ilSussidiario.net quali sono le prossime mosse per salvaguardare chi è rimasto senza reddito da pensione e da lavoro. «Non voglio esprimermi nel merito dell’operato della commissione Bilancio, né su quello del suo presidente. Sta di fatto che sembra quasi che qualsiasi strada si tenti per dare copertura ai lavoratori rimasti senza reddito a causa della riforma delle pensioni della Fornero sia destinata a fallire. Sia nel caso in cui si tentino coperture dirette, come si è cercato di fare con l’emendamento sottoscritto da tutte le forze politiche (tranne Giuliano Cazzola) e avente come primo firmatario Silvano Moffa, che nel caso in cui si tentino coperture indirette, come nell’emendamento con il quale Giuliano Cazzola ha tentato di affidare una delega al governo mediante decreto». Per fortuna, non tutto è perduto: «E’ evidente che l’inammissibilità di questi emendamenti non preclude nuove ipotesi d’intervento. Ora, dovranno essere i relatori della commissione Bilancio, nell’eventuale maxi-emendamento, a trovare nuove soluzioni. Lavoreremo con loro per individuare un’alternativa. Con loro, d’altro canto, abbiamo ottimi rapporti. Sia con Baretta che con Brunetta. Personalmente, ho alcune proposte alternative che avanzerò al momento opportuno. Per il momento, tuttavia, ritengo che sia giunto il tempo dell’accordo: che si convenga, cioè, sul fatto che una soluzione va trovata».
Secondo Damiano, in ogni caso, «nell’immediato si tratta di individuare le platee sapendo che, purtroppo, ancora non sono disponibili alcuni numeri. Non tanto per responsabilità del Parlamento quanto degli organi preposti, l’Inps e il Governo». Eppure, l’Inps ha affermato che, complessivamente, gli esodati sono 392.000. «Sì – continua Damiano – ma ancora non è stato certificato quanti siano gli appartenenti a determinate categorie quali, ad esempio, i lavoratori che hanno sottoscritto degli accordi di fuoriuscita dal lavoro a livello territoriale».
Resta da capire perché, ormai a quasi un anno dalla riforma, ancora non si sia concluso il valzer delle cifre. «Il problema è che ancora non si è fatta un’operazione circostanziata, un negoziato a più voci. Non si sono messi attorno a un tavolo i soggetti interessati: il ministero del Lavoro, quello dell’Economia, l’Inps, la commissione Bilancio e la commissione Lavoro». Cazzola, su queste pagine, affermava che non resta che sperare che la situazione venga definitivamente risolta con la nuova legislatura. «Non sono d’accordo – replica Damiano -: sono convinto che ci sia uno spazio in questo fine legislatura, nell’ambito della legge di stabilità, di trovare una soluzione che, benché non sarà definitiva, ci farà fare, almeno, un ulteriore passo avanti rispetto ai 120mila esodati già salvaguardati.
(Paolo Nessi)