In tempi di crisi, tredicesime falcidiate dall’Imu, incertezza e amare prospettive, non ci poteva essere regalo più gradito per i 2.146 dipendenti di Fabbrica Italia Pomigliano; i lavoratori dello stabilimento Fiat, infatti, troveranno in busta paga 500 euro in più. Si tratta di una gratificazione decisa dall’azienda dopo che Pomigliano ha ricevuto due premi prestigiosi, ricevendo la medaglia “Silver World class manufactoring”  e classificandosi al primo posto del Lean Production, sbaragliando così la concorrenza di 700 siti produttivi internazionali. «Il 2012 per tutti noi è stato un anno caratterizzato da ansie e sacrifici ma anche da grandi soddisfazioni. Finalmente grazie al vostro lavoro ed alla costanza nel perseguire obiettivi sempre più sfidanti, anche la miglior concorrenza, oltre che il managment Fiat, ha riconosciuto i risultati che noi abbiamo raggiunto», ha scritto, in una comunicazione affissa in bacheca, Sebastiano Garofalo, ad di Fabbrica Italia Pomigliano. Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl ci spiega come interpretare l’episodio.



Tanto per cominciare, i 500 euro in più rappresentano un atto dovuto?

In realtà, dal punto di vista contrattuale, non era previsto.

Quindi, lei che significato gli attribuisce?

E’ la conferma del fatto che lo stabilimento, dal punto di vista tecnologico e della qualità, rappresenta l’avanguardia nel panorama automobilistico mondiale. I premi, infatti, sono prevalentemente legati all’innovazione, allcorganizzazione aziendale del lavoro e alla qualità della vita dei dipendenti. Basta solo recarsi di persona a Pomigliano, del resto, per rendersene conto. Il riconoscimento, inoltre, certifica quanto il contributo dei lavoratori sia stato fondamentale per ottenere i risultati raggiunti. La decisione di Fiat, quindi, è positiva. C’è un solo rammarico.



Quale?

Avremmo preferito che anche le rappresentanze sindacali fossero coinvolte nella decisione dell’azienda di assegnare questa gratificazione salariale. Se quello stabilimento ha continuato a esistere, è anche merito del fatto che attraverso la nostra azione sindacale si era giunti a un accordo che ha portato gli investimenti necessari per renderlo così innovativo.

Se vi avessero coinvolto cosa sarebbe cambiato?

Nulla. Si sarebbe trattato semplicemente di una forma di rispetto nei nostri confronti e del riconoscimento del fatto che siamo stati compartecipi della situazione virtuosa che si è successivamente venuta a determinare. In ogni caso, auspichiamo che a livello nazionale ci sia altrettanta solerzia nel procedere verso il rinnovo del contratto. Invitiamo, quindi, Fiat a essere attenta alle esigenze di tutti i lavoratori del gruppo.



Perché il contratto sottoscritto a Pomigliano è stato così fondamentale?

Perché, senza, l’azienda non avrebbe riconosciuto l’esistenza delle condizioni necessarie per poter procedere con nuovi investimenti. In esso, nonostante la decisione della Fiom-Cgil di non apporre la propria firma, si sono affrontate in maniera innovativa questioni estremamente delicate e considerate fino ad allora dei tabù, quali la gestione della turistica, degli straordinari, o dell’assenteismo.

Le premesse, a livello di contratto, quindi, ci sono. Eppure, la produzione è ben al di sotto dei livelli accettabili.

Il problema è che il mercato italiano e quello europeo non stanno rispondendo, a livelli di volumi, come ci si era auspicato all’atto della firma dell’accordo. 

 

(Paolo Nessi)