Dopo l’approvazione da parte della Camera, con 449 sì, 78 no e 11 astenuti, il decreto legge Milleproroghe è pronto a passare al Senato dove si deciderà se dovrà tornare a Montecitorio per una terza lettura. Uno dei temi più discussi all’interno del decreto riguarda le pensioni per i cosiddetti “esodati” e per i lavoratori precoci: i primi sono coloro che all’interno di un’azienda hanno firmato volontariamente un accordo di accompagnamento alla conclusione del contratto di lavoro, e che ora si trovano quindi a non avere né un lavoro, né una pensione a causa dell’entrata in vigore della nuova riforma. I secondi sono invece coloro che, entrati giovanissimi nel mondo del lavoro, riusciranno a raggiungere i 42 anni di anzianità prima di avere 62 anni d’età. Secondo quanto stabilito finora, per quest’ultimi non ci saranno penalizzazioni,  a patto che maturino i requisiti entro il 31 dicembre 2017. Dalla riforma delle pensioni voluta dal ministro del Welfare Elsa Fornero sono esclusi anche tutti gli esodati che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011. Se dovesse rendersi necessario, oltre che dall’aumento delle accise sulle sigarette, potranno essere recuperate risorse aumentando i contributi che le imprese versano per gli ammortizzatori sociali.



IlSussidiario.net ha contattato a riguardo Tiziano Treu, senatore del Pd ed ex ministro del Lavoro, a cui ha chiesto quali potrebbero essere le principali modifiche del decreto in Senato: «Occorre fare innanzitutto un’attenta valutazione d’insieme per capire se è realmente necessario richiedere una terza lettura. Nel caso in cui si decida di ammettere modifiche, seppure limitate, allora penso in particolare a diverse questioni che riguardano le pensioni. In particolare bisogna chiarire chi viene “salvato” dal prolungamento dell’età pensionabile, che probabilmente è il problema più urgente. C’è poi un altro dettaglio, più tecnico, che riguarda i cosiddetti “esodati”: nel provvedimento è stato scritto che non rientrano nella riforma coloro che hanno risolto il rapporto di lavoro prima del 31 dicembre 2011, ma ci sono tante persone che hanno invece lavorato proprio fino all’ultimo giorno del mese, e che quindi non sarebbero comprese».



Per quanto riguarda i lavoratori precoci, poi, il senatore Treu ci spiega che «per non subire penalizzazioni devono aver lasciato il lavoro con un’anzianità contributiva maturata entro il 31 dicembre 2017: ecco, in questo periodo sono inclusi i periodi di astensione obbligatoria per assolvimento degli obblighi di leva, malattia e cassa integrazione ordinaria, ma non per maternità facoltativa, il che andrebbe a creare parecchi problemi a molte donne. Queste sono le principali modifiche che potrebbero essere applicate, ma, ripeto, bisognerà vedere se sarà opportuno e necessario richiedere una terza lettura».

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