Sulle pensioni il dibattito sul Milleproroghe al Senato, alla fine, si è bruscamente interrotto. Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, intervenendo di fronte alle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato, ha ottenuto che tutti gli emendamenti al decreto Milleproroghe in materia di pensioni fossero ritirati. Tutti eccetto quello presentato dal Senatore Roilo (ce ne ha parlato su queste pagine) che salva gli esodati che abbiano risolto il proprio contratto di lavoro entro il 31 dicembre 2012 (e non più antecedentemente a tale data, come prevede il provvedimento uscito dalla Camera); e tranne quello presentato dalla senatrice Mariangela Bastico. La normativa approvata dalla Camera contemplava la possibilità per i precoci di andare in pensione senza penalizzazioni anticipatamente, se, pur avendo meno di 62 anni, avessero lavorato almeno 42 anni e 1 mese (41 anni e 1 mese le donne); nel computo degli anni di contribuzione potevano figurare anche la Cassa integrazione ordinaria e i congedi obbligatori, come quelli per militare, malattia o maternità. Con la correzione della senatrice nel computo potranno rientrare anche i contributi figurativi di quelle madri che hanno accudito i figli disabili e quelli per paternità obbligatoria.



Coloro che rientrano tra gli esodati o i precoci e che, attualmente, sono esclusi dalla messa in sicurezza, restano fuori. Almeno per ora. «Si tratta di minuzie. Estremamente importanti, certo; ma, al contempo, estremamente specifiche», spiega, raggiunto da ilSussidiario.net il senatore Tiziano Treu, vicepresidente della commissione  Lavoro di Palazzo Madama. «Resta il fatto – assicura – che la partita non è ancora chiusa. Dobbiamo fare attentamente i conti, e capire chi, effettivamente, è rimasto senza copertura». La Fornero, infatti, ha specificato che la questione è solo rinviata. Se ne parlerà con più calma, e con strumenti diversi da un decreto che va approvato il più velocemente possibile. «Si tratta, del resto – continua Treu -, di materia estremamente intricata, anche a causa di una scrittura del testo che non è perfetta e necessita di alcune precisazioni formali». Anche secondo il senatore, la priorità, attualmente, è varare il provvedimento in fretta. «L’impianto complessivo lo consideriamo completato. Non sarebbe ragionevole sospendere, nel frattempo, l’approvazione del provvedimento per delle specifiche tecniche molto particolari che andranno valutate nel tempo». 

Nel tempo, ma non troppo tardi. «Se tali valutazioni fossero state fatte adesso, sarebbe stato un bene. Ma se saranno effettuate nell’arco, ad esempio, di due mesi, non cambierà un granché». Di sicuro, questi aggiustamenti andranno fatti entro la legislatura. «Questo governo è stato istituito per fronteggiare l’emergenza. Non c’è dubbio, quindi, che riuscirà a mettervi mano entro la sua scadenza». Rimane, sul fronte dell’equità sociale, un solo rammarico: «Avremmo preferito che l’approvazione dei provvedimenti fosse fatta con maggiore gradualità».

 

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