L’urgenza ha scandito il procedere secondo i ritmi dell’approsimazione: norme lasciate in balia del caos interpretativo, lavoratori il cui destino previdenziale è incerto anche al legislatore che lo ha normato, iniquità tuttora in vita per mancanza di tempo; la riforma delle pensioni, benché ormai sia legge, è partita tutt’altro che chiusa. È opinione comune che, a questo punto, non era possibile fare altrimenti, andava varata in fretta. Ma, al contempo, la maggioranza è convinta del fatto che i nodi irrisolti non potranno rimanere tali. “Il problema è che dalla riforma Dini a oggi sono state varate riforme intermedie, si sono fatti svariati aggiustamenti, si è modificata la disciplina ma, nel frattempo, gli anni passavano e la riforma non andava ancora a regime”, afferma, raggiunto da ilSussidiario.net l’onorevole Nedo Poli, esponente dell’Udc in commissione Lavoro. “Se qualche anno fa – continua – si fosse messo mano alla disciplina in maniera strutturale, pensando per tempo ai problemi che si sarebbero determinati per alcune categorie, oggi fortemente penalizzate, non ci troveremmo in questa situazione”. Il riferimento è a chi non potrà andare in pensione con il regime precedente nonostante dovrebbe poterlo farlo per ragioni di equità. “In particolare, penso a quella parte di esodati o di precoci che non rientrano nella copertura prevista dalla deroghe individuate nella versione definitiva della riforma”.
Si diceva che la partita è tutt’altro che chiusa: “Per quanto ci riguarda, non ci siamo dati per vinti; faremo di tutto per dirimere la loro situazione, come quella di quei lavoratori che hanno versato i contributi, nel corso della propria vita lavorativa, in due o più casse previdenziali separate e che, adesso, rischiano di pagare un conto salatissimo per il ricongiungimento”. La Fornero si è impegnata a discutere delle questioni in sospeso in un provvedimento ad hoc. “Siamo impegnai con il Pdl e con il Pd per sanare le criticità tuttora in essere. Considerando la condivisione dell’obiettivo credo che potremmo raggiungere il fine che ci siamo preposti nell’arco di poche settimane”. Le complicazioni arriveranno quanto si tratterà di reperire le risorse. “Se si considera il fatto che questa riforma consentirà, a regime, di risparmiare svariati miliardi di euro – afferma Poli -, il problema della copertura viene notevolmente ridimensionato”.
Rispetto all’impianto di base della riforma, l’onorevole si dice convinto che, considerando l’aumento esponenziale della vita media, non vi fosse altra strada da seguire. Tuttavia, aggiunge: “Sono convinto che se invece di punire chi va in pensione anticipata avessimo dato un premio – magari in termini di sgravi fiscali – a chi rimaneva più a lungo al lavoro, avremmo avuto un sacco di persone che ci si sarebbero fermate ben più volentieri ancora diversi anni”.
(Paolo Nessi)