Minuziosi particolari sulle pensioni, tutt’altro che insignificanti, attendono di essere ulteriormente emendati; poche limature, il depennamento di alcune parole, l’aggiunta di altre, e per migliaia di lavoratori la vita cambia completamene. Il decreto Milleproroghe è all’esame del Senato, e i nodi irrisolti son sempre gli stessi: precoci, esodati e lavori usuranti. A tali questioni resta avvinghiato il problema di sempre: la copertura. «Siamo tutti al lavoro per rattoppare quelle evidenti disparità prodotte dalla riforma della pensioni che pur abbiamo sostenuto», spiega, raggiunto da ilSussidiario.net l’onorevole Francesco Boccia, tra i responsabili economici del Pd. «Non è possibile – continua – far pagare quella riforma (che riteniamo necessaria e utile) a chi ha perso il lavoro o a chi ha avuto la sfortuna di aver iniziato a lavorare a 16 anni e di essere nato nel ’52».



Ma il punto cruciale è, per l’appunto, trovare i soldi necessari. «Su questo fronte  c’è l’impegno del governo, per cancellare tali evidenti iniquità, mentre al Senato si stanno valutando i margini di manovra».  A complicare le cose, questioni di natura tecnica. «Già alla Camera ci sono state difficoltà evidenti legate alla natura stessa del decreto. Si tratta, è bene ricordarlo, di un “Milleproroghe” e, molte delle norme in discussione, non sono proroghe. Ci saranno al Senato, quindi, gli stessi problemi di compatibilità emersi alla Camera». Detto ciò, il senatore spiega su quali punti, posto che sarà trovata la copertura, sarà necessario intervenire. «È evidente che gli  esodati vadano accompagnati alla pensione, specialmente se rientrano in quegli anni in cui è maggiore l’impatto della riforma». Gran parte di essi, tuttavia,  sono già stati messi in sicurezza. «Non tutti – replica Boccia -. Non lo sono, ad esempio, quelli che non hanno ancora risolto il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2012 o gli esodati di quelle aziende che non hanno all’interno organizzazioni sindacali e che, quindi, non hanno garanzie». Costoro hanno siglato degli accordi individuali che non risultano, tuttavia, da elementi certi e oggettivi quali «le comunicazioni obbligatorie – recita il decreto – agli ispettorati del lavoro o ad altri soggetti equipollenti, indicati nel medesimo decreto ministeriale». Spiega, infatti, Boccia: «Non ci sono solo i lavoratori delle grandi imprese, ma anche esodati in deroga di imprese piccole o medio-piccole che sfuggono al monitoraggio delle organizzazioni sindacali o del ministero del Welfare. Occorre dare a questi un diritto certo e automatico».



Diverso il caso dei lavori usuranti. Alcuni, come – su queste pagine – il senatore Carmelo Morra, sostengono che difficilmente sarà possibile mettere mano al problema durante il dibattito sul Milleproroghe. Sarà necessario discuterne con più calma, dedicando a essi un capitolo a parte una volta approvato il decreto. «Credo che sia così. Sono convinto che una soluzione vada trovata nell’immediato futuro. Stilando, anzitutto, una lista definitiva su chi rientra in tale categoria».

Altro tema che sarà affrontato dopo la riforma delle pensioni, sarà la modifica o il superamento dell’Articolo 18. Sul quale l’Idv ha proposto una mozione affinché non venga toccato. «L’Italia dei Valori – dice Boccia – non ha mai fatto mozioni costruttive, ma sempre per impedire qualcosa. In questo momento, le organizzazioni sindacali stanno lavorando nel segno dell’unità e nel tentativo di un percorso che conduca a una riforma complessiva del mercato del lavoro che includa anche nuovi ammortizzatori sociali». In quest’ottica, secondo Boccia, «non si può escludere che l’articolo 18, dopo 42 anni, possa essere modificato attraverso accordi sindacali e la garanzia di indennizzi adeguati».



 

(Paolo Nessi)