Riforma del lavoro. Per il ministro del Welfare entro una settimana, e cioè tra il 21 e il 23 marzo la riforma sarà presentata ufficialmente. Si chiude dunque, le trattative e le discussioni sono state abbastanza. Sulla stessa linea d’onda il capo del governo Mario Monti. I sindacati però avvisano: Cisl e Uil non accetteranno alcuna intesa se non ci sarà il sì anche della Cgil. Perché comunque rimane il nodo dell’articolo 18, tutt’ora irrisolto e difficilmente entro una settimana tale nodo sarà sciolto. Riunione oggi tra il governo e le parti sociali per decidere le nuove regole del mercato del lavoro nel corso della quale il ministro Fornero ha dato l’ultimatum sulla scadenza dei tempi. Nel corso dell’incontro Fornero ha illustrato i principali punti del governo in materia, secondo il quale necessaria è la riduzione strutturale e stabile dei livelli di disoccupazione portandola al 4,5%. La riduzione della disoccupazione è “tassello essenziale per la crescita con un forte coinvolgimento per il Sud”. Infatti, ha spiegato il ministro, senza equilibrio tra nord e sud non c’è crescita a livello nazionale. Tra le misure che si vogliono intraprendere, c’è l’introduzione dell’assicurazione sociale per l’impiego. Si tratterebbe di una forma nuova di tutela e di sostengo al reimpiego. Il contratto a tempo indeterminato invece “dovrà costare di più”. Come già detto in passato, si cercherà di abolire la pratica del contratto unico di lavoro per introdurre una sorta di contratto dominante: in tal modo si vuole privilegiare l’ingresso dell’apprendistato a tempo indeterminato. Per finanziare tutta la riforma, ha spiegato il ministro, non si prenderanno risorse dal fondo sociale, ma il governo annuncia di impegnassi a trovare risorse fuori dei capitoli di spesa sociale. A questo proposito il segretario della Cisl avevachiesto di sapere come il governo intenda porsi rispetto alle risorse per gli ammortizzatori sociali. Fornero oltre alla promessa di reperire fondi fuori dei capitoli di spesa sociale, ha anche detto che i nuovi ammortizzatori sociali partiranno già nel 2012 e nel 2015 saranno a pieno regime. 



Prima del 2017 come si era invece detto in precedenza. In tutto questo quadro, Cisl e Uil tramite il commento di Angeletti, anticipano che qualunque accordo non verrà mai preso senza la firma congiunta die tre sindacati. Senza la Cgil, cioè, nessun accordo con il governo.

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