Si è concluso il convegno di Confindustria a Milano, l’ultimo dove Emma Marcegaglia è intervenuta nelle vesti di presidente. Il discorso in assoluto più atteso, in ogni caso, è stato quello del presidente del Consiglio Mario Monti. Che, prendendo la parola ha dato un annuncio che, per certi versi, può essere definito epocale. Dopo settimane di lavori in corso e, a ben guardare, anni di discussione e tentativi andati a vuoto, il premier ha fatto sapere che è pronto un nuovo articolo 18. Certo, resta da capire se, effettivamente, il suo varo andrà in porto o se, anche in questo caso, i veti incrociati saranno tanti e tali da ostacolarne l’approvazione in sede legislativa. Comunque, stando alle parole di Monti, si tratterebbe di un significativo passo in avanti. In particolare, il ministro del Welfare Elsa Fornero avrebbe messo a punto un teso che modificherebbe immediatamente la normativa vigente per i nuovi assunti. Secondo il premier, su tale normativa si giocherebbe il futuro del Paese. «Se veramente teniamo al futuro e crediamo gli uni negli altri, allora bisogna cedere qualcosa rispetto al legittimo interesse di parte», ha dichiarato Monti. In tal senso, il presidente del Consiglio si è detto convinto che in questi giorni gli toccherà di richiamare più del solito i sindacati allo spirito di coesione necessario. Tuttavia, ha anche precisato che, non avendo il problema di doversi fare rieleggere, il governo gode di una certa libertà. «L’obiettivo del governo – ha detto – è far uscire l’Italia dall’emergenza e anche favorire, anche attraverso atteggiamenti più pacati, la ricomposizione del dialogo, pur nella dialettica, fra le forze politiche e fra le forze politiche e l’opinione pubblica». A margine del convegno, il leader della Cgil, Susanna Camusso, ha fatto sapere che, al momento tutte le ipotesi di riforma dell’articolo 18 sono ben lontane dal raggiungimento di un accordo. Secondo leader sindacale, incentrare il dibattito sulla materia lascia intendere che, in Italia, sembra che l’unico problema sia quello di poter licenziare. «Trovo un po’ insopportabile che ogni volta che si apre questa discussione il tema sia se la Cgil vuole o non vuole fare o non fare questo accordo», ha detto.



La Camusso ha anche fatto presente che, sullo sfondo della discussione, resta il fatto che già una riforma particolarmente penalizzante, quella delle pensioni, è stata varata e che per ottenere un accordo sarebbe necessario un che il governo cercasse un minimo di mediazione invece che ostinarsi nel mantenere le premesse inziali.

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