Mario Monti ancora sulla breccia. Il premier dopo le parole dei giorni scorsi dalla Corea in cui avvertiva che se la riforma del lavoro non fosse stata approvata se ne sarebbe andato a casa, oggi rilancia. Il governo ha il consenso degli italiani, i partiti non ce l’hanno. Parole ancora una volta forti, che attaccano la politica, che indicano che oggi sono i “tecnici” quelli che fanno il bene dell’Italia. E’ una riforma, ha aggiunto il premier, che in modo comprensibile provoca accese discussioni, ma la maggioranza degli italiani la considera un passo necessario. E’ una impressione, aggiunge poi Monti, quella secondo la quale la maggior parte degli italiani considera la riforma del lavoro un passo necessario. Ma è una riforma nell’interesse dei lavoratori quando oggi esiste invece un sistema che scoraggia le aziende e gli investitori dall’estero. Mario Monti si è espresso in questo modo durante la conferenza stampa tenuta a Tokyo all’incontro con il gruppo editoriale economico Nikkei. Monti ha poi detto di essere fiducioso che la riforma venga approvata sperando che il dibattito in Parlamento si concluda prima dell’estate. Consapevole, ha detto ancora, che parti della riforma come quella sull’articolo 18 siano “una medicina amara da ingoiare”, ma abbiamo l’obbligo dell’equilibrio: “Non puntiamo ad alterare l’equilibrio di poteri o la distribuzione delle entrate, togliendole ai lavoratori per darle alle imprese”. La stoccata ai partiti infine. Cè un calo dei consensi verso il governo ammette Monti per via della riforma del lavoro, ma il consenso è sempre molto forte mentre nei sondaggi di opinione i partiti non risulta abbiano lo stesso gradimento dell’esecutivo. La vita politica tornerà comunque ai partiti, rassicura il premier, ma quando torneranno al potere saranno diversi “perché più consapevoli di prima rispetto alla richiesta di governance da parte degli italiani, mentre in passato l’offerta è stata carente”. Al momento non sono ancora giunti commenti da parte degli esponenti politici. Certo le parole di Monti susciteranno compresnibili fastidi. Ieri intanto proprio dopo il precedente discorso di Monti, quello dalla Corea, gli esponenti della maggioranza che supporta il governo si sono ritrovati per chairirsi e rilanciare la magbgioranza. I dibattiti sull’articolo 18, in particolar modo dentor al Pd, sembrava infatti stessero portando la maggioranza stessa verso una crisi. 



Anche il Pdl aveva espresso più di una critica, ma alla fine grazie all’arbitraggio del leader del Terzo polo sembra che gli strappi si siano ricuciti. Resta come una incognita il no della Cgil alla riforma, un no che può portare nuove spaccature.

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