Il ministro del Lavoro rassicura: «Non mi sono dimenticata degli esodati». Di sicuro, però, le parole di Elsa Fornero a Radio Anchio non saranno sufficienti per fermare la manifestazione del 13 aprile contro gli effetti più rovinosi della riforma delle pensioni. Che, secondo Domenico Proietti, segretario confederale della Uil con delega alle Politiche fiscali e previdenziali raggiunto da ilSussidiario.net, «tanto per cominciare, non possiamo definire “riforma”. Una riforma è tale quando migliora la vita dei cittadini. Per il momento, assistiamo solamente a effetti disastrosi». Tanto più che, sottolinea Proietti, non ce l’aveva chiesto nessuno. «Non è vero che si tratta di un provvedimento adottato sulla scorta delle indicazioni europee. L’Ue, in più occasioni, ha certificato che il nostro sistema era in equilibrio. Il provvedimento è servito a fare cassa. Si sono prese ingenti risorse dal sistema previdenziale per coprire altre voci di bilancio nella maniera più semplice». Tornando alla manifestazione unitaria finalizzata a chiedere a governo a Parlamento un provvedimento su esodati e ricongiunzioni onerose, «con i provvedimenti di dicembre si è verificata una situazione di estrema difficoltà per centinaia di migliaia di lavoratori che, in base alle vecchie regole, avevano sottoscritto degli accordi per uscire anticipatamente dal lavoro, avendo un indennizzo e pensando di andare in pensione tra un anno o due; ora, invece, si trovano questo periodo enormemente allungato, fino a 5 o 6 anni; nei quali non avranno un salario, né l’assegno previdenziale». I sindacati chiedono di risolvere il problema. «Anzitutto per garantire la certezza delle regole. Se una persona sigla un accordo che prevede certe garanzie, e le regole gli vengono modificate a posteriori, con potere retroattivo, significa che non siamo più in uno Stato di diritto». A questo punto, «l’intervento non può consistere in altro se non in una clausola di salvaguardia che mantenga per costoro la vecchia normativa. E deve essere emanato al più presto, non attraverso un provvedimento ad hoc che il governo ha promesso di emanare entro giugno. Già adesso, infatti, nel Paese si sta producendo una situazione di ansia».
Le cifre sugli esodati non sono certe. Si va da un minimo di circa 100mila persone, a un massimo di 357mila, secondo i calcoli dell’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. «E’ paradossale che non si possa ancora disporre di dati certi. L’Inps ha una banca dati tale per cui ha il dovere di fornire una stima ragionevole di quanti si trovano in questa situazione il più in fretta possibile». Il ministro Fornero non esclude di trovare le risorse per conferire un minisussidio agli esodati per i quali, in ultima istanza, non fosse trovata la copertura. «Nessun minisussidio – dice Proietti -. All’epoca gli accordi sono stati sottoscritti a condizioni ben precise. Riteniamo che non si possa accettare altro se non una moratoria per applicare le vecchie regole. Tanto più che l’ipotesi del sussidio, a oggi, è estremamente vaga».
La seconda questione è quella dei ricongiungimenti onerosi. «Si tratta di una norma introdotta dal Parlamento con la manovra finanziaria dello scorso luglio. Gli stessi relatori del provvedimento ammisero che si trattò di un errore. Una svista da correggere. Non chiediamo privilegi, ma semplicemente che i lavoratori possano ricongiungere, senza oneri, i periodi di contribuzione relativi a casse previdenziali differenti. Si tratta, semplicemente, di un loro legittimo diritto».
(Paolo Nessi)