Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil, ospite del programma radiofonico satirico Un giorno da pecora. La trasmissione Rai è ormai famosa per le sue interviste da ridere in cui i maggiori rappresentanti della scena politica si lasciano andare in una atmosfera goliardica a dichiarazioni che altrimenti non farebbero mai. Con questo stile si è sottoposto anche un personaggio serissimo che non ci si sarebbe mai aspettati sentirle fare certe confidenze. Susanna Camusso in questi giorni al centro delle attenzioni mediatiche per la sua dichiarazione di guerra contro la riforma del lavoro e in particolare il nuovo articolo 18, ha dunque preso parte a Un giorno da pecora. L’abbiamo sentita discutere di scioperi, articolo 18 e anche spinelli. Già, perché il leader della Cgil ha ammesso di averne fumati alcuni ai tempi del liceo, anche se mai durante gli orari scolastici e di aver comunque smesso presto. Ha poi raccomandato ai giovani di non farlo e soprattutto di stare alla larga dalle droghe pesanti. Ha però ammesso di avere ancora il vizio del fumo per le sigarette normali, ammette di fumarne circa un pacchetto al giorno. Prendendo sempre più gusto alle domande dei due ironici conduttori del programma ha detto poi che sotto alla doccia invece di cantare ascolta la rassegna stampa. Facendosi un momento nostalgica poi Susanna Camusso ha dichiarato di ricordarsi benissimo il suo primo sciopero: aveva appena iniziato il liceo, era l’autunno caldo del 1969 e l’argomento erano le pensioni. Quasi come oggi, verrebbe da dire… La sindacalista ha poi detto che il primo sciopero è come il primo amore: non si scorda mai. Parlando invece delle problematiche di oggi, in particolare la riforma del lavoro, ha detto di sperare che il Parlamento ascolti il Paese: “Spero che si renda conto che la stagione triste che il paese sta attraversando non può tradursi in una mancata tutela dei lavoratori” ha detto. Questo governo, ha aggiunto, vuole passare alla storia per la modifica dell’articolo 18 ma lei spera che non succeda così. E’ un governo, questo, che deve decidere se continuare a essere equilibrato o solo attaccare le condizioni dei lavori. .
Alla fine però ha detto di essere ancora disponibile a trattare con l’esecutivo. Basterebbe il sì al reintegro nell’articolo 18 per garantire il sì della Cgil all’intera riforma del lavoro