Per il ministero del Lavoro la partita è chiusa. Per i diretti interessati, invece, la questione è ben lungi dall’essere risolta. Elsa Fornero, sollecitata da un’interpellanza di Fli, ha meglio specificato la cifre relative agli esodati. 25.500 sono in mobilità ordinaria in seguito ad accordi sindacali sottoscritti entro il 4 dicembre scorsi; 3.460 sono in mobilità lunga, anch’essi in seguito ad accordi precedenti al 4/12; 17.710, poi, sono titolari di una prestazione straordinaria in base ad accordi collettivi che gli hanno consentito di accedere a dei fondi di solidarietà; 10.250 sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione; 150 sono genitori di persone disabili; 6.890, infine, hanno accettato di lasciare l’azienda entro il 31 dicembre 2011 ottenendo in cambio un indennizzo, sulla base di accordi individuali o collettivi. Insomma, i dati analitici non modificano la sintesi: si tratta pur sempre di 65mila persone, il medesimo numero fornito il 12 aprile dal ministero, contestato dai più per l’eccessiva approssimazione al ribasso.



Tra questi, c’è Attilio Rimoldi, Segretario nazionale della Fnp-Cisl che, interpellato da ilSussidiario.net, spiega: «I dati di cui disponiamo, rivelano che sono di più. I numeri della Fornero, infatti, non contemplano tutti gli accordi di carattere aziendale sottoscritti senza i crismi dell’ufficialità previsti dalla vigente nuova disciplina; spesso si è trattato di intese aziendali individuali firmate su richiesta delle stesse aziende in difficoltà». Otre ai 65mila che attualmente si trovano nelle suddette condizioni, secondo le stime del ministero del Lavoro, ce ne sarebbero altri 130 mila che ci si troveranno nei prossimi 4 anni. Il sindacato nutre forti dubbi anche su tali stime. «Anche in tal caso, non sono state contemplate tutte le forme di accordo di esodo». Le maggiori perplessità, in ogni caso, derivano dal fatto che, dopo tre mesi di dibattito, vige ancora l’assoluta incertezza sul numero preciso.



«E’ impensabile che il ministero e l’Inps, con tutti gli strumenti informatici di cui dispongono, non siano ancora riusciti ad arrivare ad una definizione il più possibile vicino alla verità». Sembra un consuetudine. «E’, al contempo, inaccettabile che la Commissione Giovannini abbia, alla fine, gettato la spugna e non sia stata in grado di raffrontare gli stipendi dei nostri Parlamentari alla media europea. Eppure, gli esperti non hanno di certo lavorato gratis». Alla base della manifesta incapacità mostrata dalla politica in casi come questi, c’è un suo atteggiamento preciso: «La classe politica agisce impunemente, non essendosi ancora resa conto che nel Paese c’è una profonda sfiducia nei suoi confronti». La situazione è preoccupante: «C’è insoddisfazione. Come sindacato stiamo lavorando affinché la pace sociale regga, dando voce alla rabbia  dei cittadini, ma incanalandola in giuste rivendicazioni da presentare nelle sedi opportune, per evitare di arrivare agli eccessi della Grecia». 



E’ questo l’intento dell’incontro urgente richiesto al ministro Fornero. «Non le chiederemo nient’altro che il giusto e il dovuto; ovvero, che per tutti i lavoratori che rischiano di trovarsi senza lavoro e senza pensione a causa della riforma della disciplina pensionistica, che ha cambiato loro le regole in corso, sia mantenuta la normativa precedente». Altro fronte sul quale i sindacati avanzeranno le proprie richieste, è quello dei ricongiungimenti onerosi: «Per un banale errore, ammesso dagli stessi relatori del provvedimento, chi, nel corso della propria vita lavorativa, ha afferito a più di un istituito previdenziale, rischia un esborso, in certi casi, superiore ai 100mila euro. Che il ricongiungimento avvenga senza oneri rappresenta  un semplice diritto, niente di più». 

 

(Paolo Nessi)