I giovani e la crescita sono stati al centro dell’intervento del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della consueta cerimonia al Quirinale di conferimento delle Stelle al merito del Lavoro ai nuovi Maestri del Lavoro del Lazio. L’inqulino del Colle, anzitutto, ha fatto riferimento al concerto del primo maggio e al titolo di quest’anno, ove sono contenute le parole “speranza”, “passione” e “futuro”; e, indicando nella speranza un punto di riferimento, non ha nascosto la drammatica situazione in cui ci troviamo, testimoniata, come ha ricordato, da alcuni indici dell’Istat pubblicati di recente che hanno definito un quadro a tinte fosche rispetto alle problematiche della disoccupazione e dei salari. Poi, è passato a ricordare il dramma attuale degli imprenditori suicidi, invitando ad una «comune responsabilità e solidarietà sociale». Detto questo, ci ha tenuto a sottolineare l’importanza di mettere in luce anche alcuni aspetti positivi, come il fatto che molte aziende italiane, adeguandosi ai mercati e innovandosi rispetto alle loro esigenze, hanno potuto resistere alla crisi internazionalizzandosi. Poco dopo, il presidente della Repubblica, ha individuato l’assoluta priorità, affermando: «L’imperativo sta diventando, in Italia e in Europa, quello della crescita, del tornare a crescere, dell’aprire nuove prospettive di occupazione, e soprattutto di lavoro e di futuro per i giovani». A tal proposito, ha fatto presente che non sarà possibile prescindere dall’individuare soluzioni a livello sovranazionale, né ignorare talune «connessioni» che, per quanto possano essere talvolta aspramente criticate, occorre farci i conti; ovvero, quelle con i mercati, il mondo finanziario e le banche. Napolitano ha, inoltre, fatto presente che per trascinarci fuori dal pantano dalla crisi non ci può essere alternativa «all’attuazione di riforme strutturali», né, tantomeno, «al proseguire con intatta determinazione nell’impegno per il pareggio di bilancio e per un deciso, sistematico abbattimento del debito pubblico». In seguito, il presidente ha rivolto un appello ai partiti e ai sindacati, chiedendo loro di non «arroccarsi su conquiste del passato», ma di rivedere le proprie ragioni alla luce del rischio di un Europea che potrebbe essere cacciata fuori dai binari della storia.
Specificando meglio,ha chiesto alle forze politiche, in sostanza, di appoggiare senza riserve il governo Monti mentre ai sindacati di astenersi da una contrapposizione lacerante con i partiti.