E’ vero, ha ammesso le colpe e si è intestata la responsabilità del provvedimento impopolare. Ma poi, nient’altro. Ammettere gli errori senza muovere un dito per emendarli sa tanto di beffa. Tanto più per chi, di quegli errori, ne sta pagando le spese. Gli esodati scontano sulla loro pelle gli effetti più perversi e sfuggiti di mano della riforma delle pensioni, quelli legati all’aver innalzato l’età pensionabile senza pensare a tutti quelli che per effetto di una serie di accordi individuali o collettivi si sarebbero ritrovati, con la nuova disciplina, senza salario e senza pensione per diversi anni. Il ministro ha trovato una copertura per 65mila di essi. Per gli altri, si vedrà. Che suona tanto come: “arrangiatevi”. Il problema è che gli altri sono tanti, tantissimi. Secondo le stime al ribasso, nei prossimi 4 anni ce ne saranno altri 130mila, per quelle più pessimiste, saranno, complessivamente più di 300mila. Senza contare il fatto che dal computo dei salvaguardati attuali non sarebbero stati contemplati, tra esodati veri e propri, mobilitati e afferenti a fondi di garanzia, altre 40mila persone. Persino l’Inps ha fatto sapere che le cifre inizialmente fornite non sono corrette. Dal canto suo, il Pd, per bocca del segretario Bersani, chiede di trovare un rimedio fin da subito. E fa sapere che il suo partito ha alcune proposte in materia. IlSussidiario.net ha chiesto all’onorevole piddino Francesco Boccia quali.
«E’ evidente – dice – che gli esodati sono più di 65mila, come del resto sa lo stesso ministro del Lavoro. E’ altrettanto evidente che non possiamo lasciare con un punto interrogativo un numero imprecisato di persone che, presumibilmente, sarà stimato entro l’anno». L’onorevole, in ogni caso, sui numeri precisi preferisce non sbilanciarsi. «Di certo, sono molto di più dei conteggiati. Ma continuare a ostinarsi nel walzer delle cifre non sarebbe rispettoso nei confronti dei lavoratori coinvolti. D’altro canto, ricordiamo che si tratta di persone in carne e ossa, non di statistiche. Per cui, se dal computo totale e definitivo anche una sola persona in più dovesse alzare la mano per dire “ci sono anch’io”, anch’essa andrebbe salvaguardata».
La prima proposta del Pd, in ogni caso, riguarda proprio il calcolo preciso. «Chiederemo al ministro di aprire immediatamente un tavolo con i sindacati per definire numeri e modalità di coperture di tutti coloro che non sono contemplati nelle tutele». Giunti a una compilazione definitiva, resterà pur sempre il problema della copertura. «Siamo convinti – continua Boccia – che, attraverso la delega fiscale, si possa intervenire su alcune agevolazioni fiscali, riducendole; in particolare, su quelle legate alle operazioni finanziarie. In tal modo, siamo convinti che si possa coprire la parte di esodati considerata eccedente».
Per il momento, in ogni caso, non ci sarebbero molte alternative. «Sugli altri capitoli sui quali si potrebbe agire si sta già studiando un intervento per individuare coperture per altre esigenze». In ogni caso, non si tratterebbe certo di noccioline. «Non stiamo parlando di un capitoletto interno al bilancio dello Stato, ma di un ammontare pari a 20 miliardi euro. Chiediamo che si faccia una valutazione complessiva e che parte di questi, tutto sommato limitata, venga utilizzata per tutelare gli esodati. Resterebbero, tra l’altro, i margini di manovra per eliminare gli incentivi a pioggia, commutandoli in sgravi alle imprese sull’Irap».
(Paolo Nessi)