L’ira del ministro Fornero contro la dirigenza Inps. Tutto a causa dei numeri forniti dall’ente previdenziale in materia esondati, un argomento da sempre scottante per il governo Monti e che dopo la pubblicazione delle cifre da parte dell’Inps ha riaperto un fronte di guerra tra associazioni, sindacati, partiti ed esecutivo. Ai tempi della riforma pensionistica, il ministro Fornero aveva indicato come circa 65mila il numero dei lavoratori cosiddetti esondati (quelli che per una serie di motivi avrebbero diritto ad andare in pensione nonostante la riforma pensionistica varata dal governo Monti). Ieri l’Inps ha dichiarato che invece i lavoratori ad avere diritto alla pensione sarebbero oltre trecentomila. E immediatamente sono scattate le polemiche e gli attacchi al governo, da destra e soprattutto da sinistra. Oggi replica il ministro Fornero, ed è una replica particolarmente stizzita. Elsa Fornero infatti non accetta che dati del genere vengano resi pubblici: sei fossimo nel settore privato, ha detto, quanto fatto dalla dirigenza Inps meriterebbe di riconsiderare i vertici stessi. In una parola: licenziamento. “Sono usciti documenti che sono parziali che contengono numeri parziali e non spiegati e questo è deresponsabilizzante” ha aggiunto poi il ministro. Per Elsa Fornero le procedure vanno rispettate: ci sono le leggi e c’è il Parlamento, ha detto, procedure che vanno rispettate. Precisando poi i motivi della sua ira, ha spiegato che non intendeva dire che i numeri non vadano resi pubblici, ma che quanto pubblicato è parziale e fuorviante e non interpretato. Ha poi detto che le cifre comunicate a suo tempo dal governo sono quelle giuste: “”Ribadisco interamente il comunicato che il ministero dell’Economia e il ministero del Lavoro avevano fatto in occasione del decreto dei 65mila per cui erano approntati fondi e ribadisco l’intenzione seria del governo a un problema che c’è, ma la cui dimensione esatta non è contenuta in quei numeri; questo perché, ad esempio, più di 60mila di quelle persone sono già in pensione o ci andranno quest’anno”.
Ma le accuse nei confronti del ministro non si placano, anzi. Per Antonio Di Pietro non è possibile che un ministro dia numero diversi rispetto a quelli dati dall’ente di riferimento, cioè l’Inps. E non sarebbe accettabile che il ministro continui “a giocare allo scaricabarile” senza capire il dramma provocato dalle sue scelte.