«È giusto come chiede Monti che si acceleri sulla riforma del lavoro», dice l’ex ministro Tiziano Treu parlando a IlSussidiario.net, «ma allo stesso tempo si acceleri e si definisca una volta per tutte la questione degli esodati». Questione che ha sollevato durissime polemiche negli ultimi giorni, dopo che il presidente dell’Inps Mastropasqua aveva dichiarato essere di quasi 400mila unità il numero dei lavoratori compresi in questa categoria, contro i circa 65mila dichiarati dal ministero del welfare. Le accuse sono piovute sulla testa di Elsa Fornero da tutte le parti, soprattutto dai sindacati, anche per la reazione avuta dallo stesso ministro alla pubblicazione di questo numero da parte dei vertici dell’Inps (“Se fosse stata una azienda privata”, ha detto, “i vertici avrebbero meritato di essere riconsiderati”). Intanto Mario Monti annuncia che la riforma del lavoro, prevista in chiusura ai primi di luglio, è bene che venga chiusa prima del prossimo vertice europeo che si terrà il 28 giugno. Per Tiziano Treu «ci sono le condizioni per farlo, se non ci sono innovazioni realisticamente possibili è bene chiuderla subito: avrebbe un profondo significato a livello europeo». Sulla questione esodati invece Treu chiarisce che quelli forniti dall’Inps sono numeri che «riguardano le platee ampie di persone che sarebbero andate in pensione nei prossimi anni secondo le vecchie regole, ma non è questo il punto». Il punto, è che domani «in Senato Elsa Fornero ci dica i numeri esatti, perché è doveroso nei confronti dei lavoratori chiudere una volta per sempre la questione».
Senatore, Monti chiede che la riforma del lavoro venga chiusa prima del 28 giugno, in vista del vertice europeo.
Il governo deve discutere con la Camera in modo chiaro: o si fanno dei cambiamenti profondi nella versione approvata dal Senato, che peraltro non sono facili, oppure tanto vale farla votare prima del 28 come dice Monti: cosa che avrebbe sicuramente un significato europeo.
Dunque è possibile?
Io credo sia possibile. La vera questione aperta invece è secondo me quella degli esodati.
Ecco, che giudizio politico dà di questa situazione?
Innanzitutto voglio sottolineare che è stato chiesto di fare una accelerazione sulla riforma del lavoro. Si può fare, ma occorre anche accelerare la definizione della questione esodati perché quella è effettivamente una cosa rimasta in sospeso e importante. Mi aspetto che martedì il ministro dia delle indicazioni precise e spieghi perché i numeri dell’Inps riguardano un’altra cosa.
In che senso riguardano un’altra cosa?
Riguardano le platee ampie di persone che sarebbero andate in pensione nei prossimi anni secondo le vecchie regole, ma non è questo il punto.
Qual è allora il punto?
Si tratta di vedere quali sono le persone che sono fuori del mercato del lavoro perché sono state licenziate o perché hanno fatto accordi di esodo e quindi sono già senza lavoro. In questo senso bisogna garantire loro qualcosa di sicuro in termini di pensione. Questi numeri sonni certamente minori rispetto alla cifra data dall’Inps e mi aspetto che vengano definiti.
Certo è che la differenza numerica è piuttosto evidente tra i dati del ministero e quelli dell’Inps.
Probabilmente il ministro non poteva comunicare prima questi numeri più realistici. Certo che le voci uscite dall’Inps hanno creato allarmismi. Sarebbe stato meglio risolvere subito la questione: ora c’è la possibilità di farlo martedì.
Siamo in vista di un chiarimento generale.
Possiamo sistemare due partite: una già molto avanzata come quella della riforma del lavoro e un’altra ancora pendente come quella degli esodati.
Che ne pensa della frase di Monti che sostiene che il cratere della crisi si è allargato?
Basta guardare in giro per il mondo: la crisi è terribile, stanno rallentando tutti, anche i paesi che andavano veloci. L’Europa continua a non decidere. L’Italia ha fatto molte cose importanti, ma siamo a rischio di una recessione globale che non dipende solo da noi. Mi auguro che a fine mese ci sia un’Europa che decida di salvarsi e non di suicidarsi.
Come giudica l’incontro tra Monti e il presidente francese Hollande?
Mi pare che vada nella direzione giusta, ma vorrei che ci fosse tutta l’Europa che marcia convinta, a cominciare dalla Germania.