L’Italia è nell’abisso, i danni sono uguali a quelli di una guerra. E’ l’allarme tragico che lancia Confindustria attraverso un suo studio. Il punto centrale di questo studio è che il pareggio di bilancio, che il governo attraverso le sue riforme aveva previsto per il 2013, invece non sarà raggiunto, ma anzi nello stesso anno ci sarà una recessione in atto. Questo anche se i conti pubblici, aggiunge lo studio dell’associazione degli industriali, migliorano vistosamente. Dall’anno prossimi il deficit sarà pari all’1,6% mentre la pressione fiscale continuerà a salire: toccherà il 45% del PIl nel 2013 mentre quella sommersa arriverà al 54,6%. Dal 2008, poi, si sono persi quasi due milioni di posti di lavoro. Dati impressionanti che potrebbero gettare nello sconforto. Ecco cosa si legge in questo studio: “Non siamo in guerra, ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l’industria manifatturiera e le giovani generazioni”. Il paragone con la guerra viene, sempre leggendo il rapporto, dal fatto che i danni economici provocati dalla crisi sono paragonabili a quelli che si registrano dopo “scontri bellici mondiali”. Chi ha provocato questa guerra e questi danni? Secondo Confindustria “gli errori recenti sono stati inanellati nella gestione dell’eurocrisi”. Nel documento pubblicato dal cnetro studi dell’associaizone si legge che “L’aumento e il livello dei debiti pubblici sono analoghi, in quasi tutte le democrazie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali. Una sorta di guerra c’è stata ed è tuttora in corso, ed è combattuta dentro l’Europa e dentro l’Italia”. Per il CsC “a scatenarla sono stati errori recenti e mali antichi. Gli errori recenti sono stati inanellati nella gestione dell’eurocrisi”. Quello che preoccupa maggiormente secondo il rapporto è la situazione del mercato del lavoro. Un mercato del lavoro che adesso sarà messo alla prova dalal riforma approvata proprio ieri dalla Camera dei deputati e diventata legge dello Stato.



L’occupazione nel 2012 è destinata a scendere ancora dell’1,4% e dello 0,5% nel 2013, anno che si chiuderà con un milione e 482mila posti di lavoro in meno rispetto al 2008. Disoccupazione che continua a correre con un tasso che sarà del 10,9% a fine 2012 e del 12,4% nel 2013. 

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