Disoccupazione a livello di record storico. Secondo i dati forniti dall’Istat nel mese di giugno è stato raggiunto il record storico, quello più alto, il massimo dal 2004. Si tratta di una percentuale pari al 10,8% e di un numero pari a due milioni e 792mila persone. Secondo l’Istat questo dato rappresenta il dato più alto dal terzo trimestre del 1999 se lo si giudica guardando alle serie trimestrali. Rispetto invece al mese precedente, maggio 2012, abbiamo un aumento dello 0,3% e invece rispetto a un anno fa, giugno 2011, abbiamo un aumento del 2,7%. Curiosamente, risulta invece in calo il tasso di disoccupazione die cosiddetti giovani, quelli compresi in una fascia di età tra i 15 e i 24 anni: a giugno si è registrata una discesa di un punto percentuale rispetto a maggio con un dato pari al 34,3%. I giovani disoccupati sono il 10,1% della popolazione italiana e un numero pari a 608mila unità. Continuando ad analizzare i dati, risulta che l’aumento del tasso di disoccupazione tocca in egual misura uomini e donne: gli uomini disoccupati sono il 2,9% in più rispetto a un anno fa, mentre le donne sono 2,5% in più. Aumentate entrambe dello 0,3% rispetto al mese di maggio 2012. Una situazione che dunque colpisce senza distinzioni le due categorie di sesso a riprova di una crisi uguale per tutti e per tutte le categorie. Riesaminando le cifre complessive fornite dall’Istat abbiamo un numero di disoccupati che arriva a due milioni e 792mila unità con una crescita su base annuale pari  al 37,5% e cioè 761mila persone in più. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è del 34,3% con un calo di un punto percentuale rispetto al mese precedente, quello di maggio, Le persone inattive in questa fasci adì età scendono dello 0,4% e cioè 52mila unità in meno sempre rispetto al mese di maggio 2012. Il tasso di inattività diventa del 36,1% con una perdita dello 0,1%  in termini congiunturali e di 1,8 punti su base annua. Dati che fotografano una situazione nel mondo del lavoro italiano sempre in crisi e che anzi peggiora con il passare del tempo.



Dunque dati tutti in negativo che mostrano una Italia ben lontana dall’uscire dallo stato di crisi in cui è precipitata nonostante le cure energiche del governo Monti.

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