Si è tenuto nella giornata di ieri in procura, a Taranto, l’incontro tra i pubblici ministeri che indagano sull’Ilva e i custodi-amministratori dei sei reparti a caldo del siderurgico sequestrati il 26 luglio scorso. Al termine il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha fatto sapere che il tribunale del Riesame “non ha concesso il sequestro con facoltà d’uso”, sottolineando che “bisogna eliminare le emissioni inquinanti”, altrimenti “le conseguenze sono ovvie”. Sarà dunque compito dei custodi-amministratori stabilire e attuare le modalità tecniche per perseguire il risultato immediato di interrompere le emissioni all’esterno: “I tecnici stanno completando il loro lavoro”, ha detto Sebastio, mentre “i custodi possono già passare a una fase operativa non appena avranno tutte le cognizioni per farlo”. Intanto i vari sindacati annunciano che è ancora prematuro parlare di cassa integrazione per i lavoratori dell’Ilva, come conferma a IlSussidiario.net Luigi D’Isabella, segretario generale della Cgil di Taranto.



Come mai non è ancora chiaro il futuro dei lavoratori dell’Ilva di Taranto?

E’ difficile affrontare l’argomento in questo momento. Per poter essere risanati, sembra che alcuni impianti dovranno essere spenti, mentre altri verranno messi al minimo tecnico senza una produzione. Altri ancora sosterranno un ritmo di produzione minimo ma con le dovute accortezze, visto che alcuni impianti, in caso di produzione troppo bassa, rischiano addirittura di inquinare di più. I casi da analizzare sono ancora tanti e diversi, quindi solo nel momento in cui conosceremo tempi e modalità d’intervento sarà possibile fare un ragionamento adeguato. A quel punto l’azienda dovrà comunicarci come intende affrontare la situazione dal punto di vista organizzativo e occupazionale.



Come sta evolvendo l’intera vicenda?

Questa mattina è avvenuto l’incontro tra il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, e i rappresentanti delle organizzazioni metalmeccaniche, in cui è stata ribadita la volontà di proseguire questo percorso di collaborazione con le istituzioni e la magistratura, e di mettere in campo un dettagliato programma di interventi di ambientalizzazione. Inoltre la Commissione per la nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) dell’Ilva comincerà i lavori a Taranto questo lunedì per arrivare alle conclusioni della relazione istruttoria con una serie di incontri tecnici. 



Come sindacato che cosa avete chiesto?

Abbiamo chiesto innanzitutto di essere costantemente informati su eventuali ulteriori sviluppi, ma soprattutto un vero e proprio confronto in cui affrontare ogni aspetto riguardante i nuovi investimenti che in questo frangente rappresentano un fondamentale punto di svolta. Abbiamo inoltre segnalato come tema cruciale quello riguardante un’adeguata manutenzione pratico-operativa degli impianti che consenta agli stessi di funzionare al meglio ed evitare di inquinare più del dovuto. Bisogna quindi puntare non solo su investimenti e innovazione, ma anche su pratiche operative rigorose affinché si possa tenere sotto controllo ogni eventuale possibilità di emissione fuori norma che, a quanto pare, ancora persistono all’interno dello stabilimento.

Quindi come avete intenzione di muovervi?

I custodi, in base ai differenti impianti, dovranno definire quali sono i programmi per un’adeguata ambientalizzazione e i vari interventi previsti. Sotto questo punto di vista non possiamo quindi fare altro che seguire con attenzione gli sviluppi della situazione, ricordando l’intenzione da parte del sindacato di essere protagonista. Proprio per questo stiamo tentando di offrire un valido contributo alla procedura dell’Aia anche attraverso i nostri tecnici, naturalmente senza alcuna presunzione a riguardo.

Il procuratore è stato chiaro: stop alle emissioni o si chiude.

Non è certamente una novità. Si può descrivere in tante maniere diverse ma resta questo il vero nodo dell’intera questione. Siamo evidentemente arrivati a un punto di svolta in cui è necessario trovare tutte le adeguate condizioni, da ogni punto di vista, e investimenti tali da poter fare un vero salto di qualità. In caso contrario, rischiamo di veder solamente peggiorare la situazione.

 

(Claudio Perlini)

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