Estendere la riforma del lavoro anche agli statali? La Fornero “straparla”, perché “non sa quello che dice”. E il tema della Pubblica amministrazione “non è nemmeno di sua competenza”. Oltretutto “un accordo per estendere le novità in tema di licenziamenti disciplinari e di trasformazione del lavoro precario anche al pubblico impiego già era stato siglato con i sindacati”. Peccato che il governo l’ha poi “rinnegato preferendogli la soluzione dei tagli lineari”. L’esecutivo Monti, dunque, ha già risposto picche alla eventualità che la riforma Fornero possa essere estesa anche alla Pa. A commentare per ilsussidiario.net le esternazioni di questa mattina del ministro del lavoro Elsa Fornero in merito all’auspicabile estensione delle novità introdotte dalla legge 92/2012 anche alla Pa è Paolo Pirani, segretario confederale della Uil e responsabile della riforma del modello contrattuale, della contrattazione pubblica e del privato industriale e del settore telecomunicazioni.



Pirani, il ministro Fornero, ieri mattina a Roma, intervenendo alla Conferenza Ocse sulle riforme strutturali in Italia, ha detto che la riforma del mercato del lavoro dovrebbe essere estesa al pubblico impiego. Ma non l’avevate proposto già voi dei sindacati?

Ha perfettamente ragione. Il 3 maggio scorso noi avevamo già fatto con il governo un accordo per estendere al pubblico impiego la riforma del lavoro, tenendo conto – si intende – che il rapporto di lavoro nella Pa è diverso perché qui si viene assunti per concorso.



Cosa prevedeva l’accordo?

Noi avevamo fatto un accordo che consentiva la trasformazione del rapporto di lavoro precario e affrontava il tema del licenziamento disciplinare nella Pa, i due aspetti principali della riforma che potevano trovare applicazione anche nella Pubblica amministrazione.

Il governo cosa vi ha risposto?

Il governo ha stracciato questo accordo perché sul pubblico impiego ha preferito seguire la strada dei tagli lineari, adottata con la spending review: la riduzione indiscriminata degli organici del 20% tra i dirigenti e del 10% tra gli impiegati. E adesso è tutto in altro mare.



Come giudica il fatto che il ministro Fornero abbia ripreso l’argomento?

Non l’ha ripreso. E non essendo il pubblico impiego materia di sua competenza straparla. Sono solo delle chiacchere. Quell’accordo era stato siglato con tutti i sindacati, le regioni, le province e i comuni, oltre che con il governo. Ma è stato stracciato. Mi pare piuttosto che il governo stia facendo soltanto propaganda. Anche perché per fare i tagli agli organici il governo intende derogare alla stessa riforma delle pensioni lasciando la vecchia età pensionabile per il pubblico impiego intatta.

Lei cosa ne pensa?

Penso che siano delle persone confuse che non sanno quello che dicono.

Voi siete ancora convinti della bontà di estendere la riforma Fornero anche al pubblico impiego?

Noi siamo assolutamente d’accordo. Il governo deve adottare le stesse norme dell’articolo 18, ovvero sia ripristinare le procedure di riconciliazione in tema di licenziamenti disciplinari, dopo di che la legge già c’è per poter intervenire.

C’è qualche treno in Parlamento pronto a recepire questo cambiamento? Magari quando si parlerà delle deleghe che devono essere completate?

Non sono nella testa del ministro. Questo non posso saperlo.

 

(Matteo Rigamonti)