“Le parti sociali devono capire che la sorte dei lavoratori, delle imprese e del Paese è nelle loro mani”. Il presidente del Consiglio Mario Monti, a poche ore dall’incontro con il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, lancia un chiaro messaggio alle parti sociali in occasione dell’inaugurazione della Fiera del Levante. “Il governo ha cercato di mettere in ordine la finanza pubblica, in buona parte riuscendoci. – ha aggiunto il premier – Inoltre, ha fatto riforme che toccava al governo promuovere o fare, come la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro». Adesso tocca quindi alle parti sociali, “che sono molto mature e consapevoli”, rendersi conto che il futuro dei lavoratori, degli imprenditori e del Paese non è solo nelle mani del governo. Per questo motivo, continua Monti, “ci siederemo con loro per fare in tempi brevi un ragionamento sul fatto che la produttività italiana non sta andando bene da diversi anni. Mentre le cose nell’economia italiana e nella finanza italiana hanno ricevuto quest’anno una svolta, un impulso, poco è stato fatto in materia di costo del lavoro per unità di prodotto, innovazione nei meccanismi di determinazione di salari, recuperi di produttività, tutte cose che sono fondamentali per rendere più competitiva l’economia italiana e quindi per fare crescita e occupazione, soprattutto giovanile e nel mezzogiorno”. Il premier richiama tutti a un “interesse collettivo” che richiede più che mai “un maggiore sforzo delle imprese e dei sindacati”. Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl, commenta per ilSussidiario.net le parole del premier, ribadendo le future intenzioni del sindacato: «Se quanto chiesto dal presidente del Consiglio si traducesse in un grande patto tra sindacati, associazioni datoriali e governo ne saremmo entusiasti. Ma è una cosa che la Cisl chiede da ancora prima che Monti arrivasse al governo», spiega Baratta. «Se invece ciò che il premier sta chiedendo è un maggiore impegno su aspetti quali la crescita, l’investimento e l’innovazione, allora è necessario che entrino in gioco maggiormente imprese e governo». Tante volte, continua Baratta nella sua analisi, le parole di Monti possono risultare criptiche: «Dovrebbe essere lui a spiegarci che cosa è nelle nostre mani, anche perché tutto ciò che è dipeso da noi negli ultimi anni è stato portato a termine nel migliore dei modi: basti pensare agli accordi sul nuovo modello contrattuale e alle decisioni prese a riguardo insieme alle imprese. Sono anni che chiediamo una maggiore efficacia dell’azione pubblica su temi come questo, spiegando in ogni occasione che non basta affidarsi a una legge nella speranza che possa risolvere magicamente tutti i problemi, ma confrontandosi con tre milioni e mezzo di lavoratori all’interno delle 15mila azienda pubbliche esistenti».
La Cisl, quindi, si dice pronta a questo grande patto con il governo: «Non parlo di una semplice filosofia di fondo, ma di azioni concrete: questo significa mettersi intorno a un tavolo in cui ognuno svolge un preciso compito. Proprio per questo, quando avverrà l’incontro tra parti sociali e governo, la Cisl troverà il modo di esplicitare in maniera chiara il proprio pensiero riguardo a cosa significa costruire insieme un patto. Francamente spero davvero che anche il premier ritenga che, al di là dell’azione di riforma che il governo sta tentando di portare avanti tra mille difficoltà, un confronto costruttivo con tutte le parti sociali possa realmente aiutare il sistema Paese».
(Claudio Perlini)