Si riapre il caso di Pomigliano, in seguito alla decisione del tribunale di Roma di respingere il ricorso che era stato presentato dal sindacato Fiom relativamente alle diciannove procedure di mobilità annunciate dalla Fiat. La decisione risale allo sceso 21 ottobre e aveva fatto nascere numerose polemiche: Fiat e sindacato infatti non sono mai riusciti a trovare un accordo al proposito. Entrando nel merito per ricordare come si è sviluppato il caso, la Fiat aveva chiesto il licenziamento di diciannove operai dello stabilimento di Pomigliano, come conseguenza della decisione della Corte d’appello di Roma che aveva chiesto il reintegro al lavoro di altrettanti operai che erano stati licenziati in seguito a una serie di scontri sindacali. La Corte d’appello aveva motivato la decisione parlando di evidente discriminazione nei confronti di alcuni lavoratori solo perché tesserati e schierati con un sindacato (la Fiom). Veniva così chiesto il reintegro dei diciannove operai entro il 28 novembre 2012: la Fiat risponde allora con altri diciannove licenziamenti. Ai tempi si era espresso contro la decisione della Fiat anche il ministro dello sviluppo economico Passera, ribadendo che però l’azienda era libera di decidere. Anche il ministro Fornero si era detta contraria, chiedendo anzi di fermare i licenziamenti. Npnostante questi pareri e la minaccia di sciopero da parte della Fiom, il lingotto rimane sulla linea decisa: “Il Lingotto intende licenziare 19 tra gli attuali dipendenti impiegati sulla linea della Panda per far posto ad altrettanti cassintegrati della Fiom”. Ed ecco l’ultimo atto della faccenda. Lo scorso 14 gennaio un incontro tra sindacato e Fiat finisce senza alcun accordo così come l’ufficio del lavoro regionale non riesce a formulare un verbale di intesa. Adesso il parere del tribunale di Roma che respinge il ricorso della Fiom contro i licenziamenti. I motivi non sono ancora stati resi noti ma si presume che la libera decisione dell’azienda di licenziare sia stata tenuta di conto. Si attendono adesso eventuali nuovi sviluppi.
Un caso aperto, anzi apertissimo, che mette in gioco tutti i rapporti dipendenti-azienda e sindacato-azienda. Sembra impossibile trovare un accordo mentre gli operai si trovano divisi e senza apparente sbocco sulla problematica in atto.