La giornata di ieri ha visto la pubblicazione di due documenti utili a comprendere, seppur con sfumature e finalità diverse, la drammatica situazione del mercato del lavoro italiano in questo difficile periodo caratterizzato dal persistere di una crisi economica globale che continua ad abbattersi duramente sul nostro tessuto produttivo, per alcuni aspetti, in crisi d’identità già da alcuni anni.
Il Rapporto sul mercato del lavoro 2012-2013, elaborato dal Cnel, evidenzia, in questo quadro, come la perdita del potere d’acquisto delle famiglie e la diminuzione dei salari reali abbia fatto registrare, nel periodo oggetto d’indagine, un significativo aumento della forza lavoro dovuto a un incremento complessivo del tasso di attività in tutte le fasce d’età. In particolare, con riferimento alle più giovani generazioni, si sottolinea come non si stia arrestando il fenomeno dei Neet che rappresenta oggi il 23,9% della popolazione giovanile, toccando punte del 35% nelle regioni del Mezzogiorno. Contemporaneamente si registra nel Paese un progressivo incremento del fenomeno dell’overeducation, giovani disoccupati o sottoinquadrati rispetto ai livelli di istruzione conseguiti, e del working poor, lavoratori a basso salario che accettano condizioni lavorative al limite della decenza, e che li espongono al rischio di indigenza, pur di entrare nel circuito produttivo.
Dello stesso tenore sono, ahimè, i dati forniti dalla mensile rilevazione Istat su occupati e disoccupati (in questo caso con specifico riferimento ad agosto 2013). L’istituto nazionale di statistica ci comunica, infatti, che, ad agosto 2013, gli occupati nel nostro Paese sono 22 milioni 498 mila, un dato sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,5% su base annua (-347 mila). Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 127 mila, altresì, aumenta dell’1,4% rispetto al mese precedente (+42 mila) e del 14,5% su base annua (+395 mila).
In particolare tra i giovani tra i 15 e i 24 anni le persone in cerca di lavoro sono 667 mila e rappresentano l’11,1% del totale. In questa fascia d’età, inoltre, il tasso di disoccupazione, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 40,1%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di ben 5,5 punti nel confronto tendenziale.
Il quadro complessivo, descritto dalle due autorevoli istituzioni prima citate, fa emergere con forza la necessità di lavorare, da parte di tutti i soggetti coinvolti, per rilanciare la crescita e lo sviluppo complessivo del tessuto produttivo e, più complessivamente, del sistema Paese. Solo dal rilancio dell’economia passa, infatti, la soluzione al dramma del lavoro che colpisce l’Italia, e l’Europa, a partite dalle sue più giovani e fragili generazioni.
In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com