Sarebbe bello se la leadership si potesse imparare sui banchi di scuola e avere dei laureati in questa materia. Accade, invece, spesso che un buon leader non sa come lo è diventato, o che cosa lo ha reso tale. La formazione alla leadership, in parte, certamente può essere imparata a scuola in quanto è anche competenza tecnica, frutto di abilità nelle politiche di comunicazione e di trasmissione della visione per fornire strumenti per la gestione efficace del cambiamento. Essa è sviluppo di empowerment e crescita del sapere per uno sviluppo professionale integrale. In parte, però, è più che formazione, educazione, fatta di acquisizione di informazioni, conoscenze, atteggiamenti che possono aiutare le persone, non solo e non tanto a risolvere i problemi, ma a diventare agili e flessibili; doti queste oggi sempre più necessarie nell’economia della conoscenza e che conducono, se usate con umiltà, a comprendere e rispettare gli altri e, quindi, a rendere la leadership responsabile ed efficace.
Mentre la formazione in senso classico rende le persone più simili le une alle altre, perché tutte imparano le medesime tecniche, la formazione orientata allo sviluppo delle competence attitude, comporta un esame della propria esperienza personale alla luce di grandi idee e si traduce in condivisione di cultura e atteggiamenti che rendono le persone differenti l’una dall’altra. Il primo vantaggio di questa formazione all’educazione consente alle persone di diventare più indipendenti; di avere un background irripetibile; di avere una migliore conoscenza di sé, delle proprie attitudini e dello stile interpersonale di relazionarsi agli altri; dei loro valori, punti di forza e aree di miglioramento.
Tutto ciò conferisce una maggiore fiducia nelle proprie percezioni, reazioni, impulsi e atteggiamenti. In materia di leadership esiste una sola certezza: i buoni leader credono nelle cose che fanno e fanno le cose in cui credono, utilizzando soprattutto la loro sensibilità arricchita da cultura e conoscenza. Questo tipo di formazione più integrale e umanistica consente una migliore comprensione del contesto in cui inquadrare le decisioni. Essa infatti offre una migliore prospettiva per osservare le cose e le persone; fa capire meglio che cosa è importante e quindi facilita la traduzione in visione e rende eleganti le azioni; rafforza la capacità di vedere i collegamenti tra i fatti; consente di andare oltre i modi comuni di pensare; in una parola, potenzia la capacità di pensare strategicamente.
Tra gli elementi che incidono sulla leadership, oltre all’impegno personale vi è la credibilità, che rappresenta la quintessenza di una vera leadership; purtroppo non si può, se non indirettamente, educare le persona a sviluppare questa qualità. Una leadership efficace, si occupa anche di assicurare che i valori aziendali e quelli personali convergano, trovando sempre più una intersezione con la visione. Se pensiamo che la maggior parte della giornata e quindi della vita di una persona si svolge sul luogo di lavoro, possiamo concludere che è fondamentale la coincidenza o quantomeno la compatibilità tra i valori personali e quelli aziendali.
A questo punto diventa cruciale per l’individuo forgiare la proprie conoscenze e le proprie competenze distintive attraverso la formazione in modo da poter trovare stabilità su qualunque piano e quindi in qualunque contesto. Ciò quindi può rappresentare la vita e il mondo lavorativo. Allo stesso tempo, attraverso i valori individuali, la personalità, gli hobby e la famiglia. La sfida personale e delle aziende, nei confronti dei propri dipendenti, deve essere far crescere egualmente sia la dimensione organizzativa che quella personale, senza trascurare nessuno degli aspetti, facendoli comprendere l’uno nell’altro.
Nei periodi di difficoltà in ambito lavorativo le pressioni esercitate dall’esterno così, saranno sorrette dai valori e dalle credenze individuali, senza portare al collasso della struttura. D’altro canto, quando ci saranno situazioni di difficoltà che coinvolgeranno la sfera personale, avendo certamente riflesso anche in ambito lavorativo, la stabilità degli aspetti organizzativi darà stabilità e certezza all’individuo.
D’altra parte, nell’economia della conoscenza, l’unica vera fonte per l’innovazione per un’impresa è sempre più costituita dalle persone e oggi è cambiata la stessa struttura della forza lavoro, sempre più costituita da laureati e tecnici a elevata qualificazione e specializzazione. Stiamo assistendo a un vero e proprio downsizing della piramide gerarchica d’azienda. Quindi, lo sviluppo delle risorse umane rappresenta davvero uno dei fattori critici di successo.
Per un’azienda che vuole crescere e prosperare, è fondamentale assicurarsi un management ben formato anche sul versante del saper essere e degli atteggiamenti, in grado di coniugare la produttività con la qualità delle relazioni umane. La scelta di fondo delle aziende, la loro priorità assoluta, dovrebbe essere perciò, la piena valorizzazione della persona nei tre ruoli assunti all’interno del sistema azienda-mercato (cliente, dipendente, fornitore). Questa interpretazione della persona, nei suoi tre ruoli, rinforza enormemente la catena del valore.
Se si vuole assicurare un successo sostenibile e responsabile, bisogna partire dalle persone e immaginare, all’interno di ognuno dei tre cerchi, il profilo di ogni individuo appartenente all’azienda. Ogni individuo deve produrre sempre di più, deve essere teso al miglioramento delle relazioni interne, essendo questa l’unica via per assicurare ottime relazioni verso il cliente esterno e produrre qualità, partendo naturalmente dalle qualità personali, ovvero dalla qualità come atteggiamento di fondo.