Una riforma scritta in tutta fretta, raffazzonata e approssimativa, che solo accidentalmente avrebbe potuto non rivelarsi piena di errori; tra i tanti, almeno uno è stato risolto. Sembra in maniera definitiva. Il ministero del Lavoro ha dato l’ok alla circolare dell’Inps che concede le deroghe ai cosiddetti quindicenni. Ovvero, prevede, nuovamente, l’esonero (introdotto dalla riforma Amato) dal requisito dei 20 anni di contributi per chi fosse stato ammesso alla contribuzione volontaria prima del 31 dicembre 1992. In sostanza, 65mila  cittadini cui spetteranno i cosiddetti “contributi silenti”, versati per almeno 15 anni, rischiavano di non ottenere l’assegno previdenziale al raggiungimento dei 65 anni d’età, come aveva finora previsto la legge per categorie particolari, quali i lavoratori agricoli, del settore della pesca, dello spettacolo o i domestici; persone che, in ragione della loro assenza di continuità lavorativa, non avevano potuto accumulare un montante contributivo maggiore. E che, se l’errore non fosse stato rimosso, sarebbero stati obbligati, a partire dall’entrata in vigore della riforma Fornero, a trovarsi un lavoro per almeno altri cinque anni. Avendo, magari, già 60 anni di età. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con Nedo Lorenzo Poli, esponente della commissione Lavoro tra le fila dell’Udc e attualmente candidato al Senato con Scelta civica.



Ci si può ritenere soddisfatti?

Era l’ora. Si trattava di un errore derivante da un’interpretazione fuorviante della normativa. Siccome nell’ambito della riforma delle pensioni non era stata introdotta la deroga relativa a chi aveva versato 15 anni di contributi, l’Inps aveva ritenuto che tale deroga non fosse più prevista e che, quindi, valesse il nuovo requisito di 20 anni di contributi per chi risultasse ammesso alla contribuzione volontaria.



La Fornero, quando Maurizio Petriccioli (segretario nazionale Cisl) le avevano fatto presente il problema, aveva risposto che non valeva la pena di preoccuparsi delle signore torinesi alle quali i mariti avevano versato i contributi…

Guardi, non mi faccia dare giudizi… L’esperienza del governo tecnico si è ormai conclusa e, a breve, ci sarà finalmente un esecutivo che sarà espressione della volontà popolare. Resta il fatto che, su questo fronte, ci sono ancora diverse questioni da risolvere.

Ovvero?

Migliaia, se non addirittura centinaia di migliaia di persone nel corso della loro esistenza lavorativa hanno versato i contribuiti, senza tuttavia riuscire a raggiungere il requisito dei 15 anni. Costoro non riceveranno pensione, ma non avranno nemmeno indietro i soldi che hanno versato. Si tratta di risorse sconosciute, milioni di euro che hanno ingrassato le casse dell’Inps, e che queste persone non vedranno mai più. Questi sono i veri contributi silenti e su questo fronte dovremo impegnarci nella prossima legislatura.

Come giudica, invece, la salvaguardia di circa 140mila esodati?

Un buon risultato, ma tutt’altro che sufficiente. Non rispettare l’accordo di un lavoratore stipulato con la propria azienda, con i sindacati e con lo Stato, rappresenta la fine dello Stato di diritto e di tutte le garanzie democratiche. Quindi, al di là delle difficoltà tecniche che si incontreranno, il problema andrà definitivamente risolto. Credo che non sia accettabile che, nel 2012, con tutti gli strumentini cui disponiamo, ancora non siamo in grado di avere un numero certo. Nonostante esistano le sedi territoriali Inps, le associazioni territoriali degli imprenditori o i centri per l’impiego provinciali. Non appena il governo si accorse dell’errore, avrebbe dovuto dare a questi soggetti l’ordine di fornire l’elenco dettagliato, entro 60 giorni, di tutti coloro che avevano stipulato quelle intese, a livello collettivo o individuale, nonché di tutti gli accordi e i contratti depositati.

Perché tutto ciò non è ancora stato fatto?

Perché abbiamo uno Stato  obsoleto, e i suoi organismi non sono in grado di rispondere alle esigenze che riuscirebbe a esaudire un qualunque Paese moderno. A cosa servono, del resto, tutte le tecnologie informatiche di cui disponiamo? Guardi, non c’è ragione per la quale ancora non sia stato compilato un elenco digitalizzato. 

 

(Paolo Nessi)