Domani il Presidente Mario Monti incontrerà delegazioni di donne dei movimenti, delle istituzioni, delle associazioni: l’appuntamento è a Roma dalle 10,30 alle 12,30, in Via Torino 146, e l’obiettivo è quello di sapere cosa vogliono le donne per il nostro Paese e per un Paese che promuova anche attraverso di loro, la loro forza e rappresentatività, lo sviluppo. Monti lo avevo detto: sarà un programma elettorale e di governo che valorizzerà la figura femminile fondamentale per il contesto in cui viviamo. Ha mantenuto la promessa e senza presunzione di completezza ha chiesto idee, proposte e soluzioni e naturalmente è stato aiutato ad individuarle.
Nel programma la questione femminile prende spazio e credibilmente, poiché si trovano sia le priorità, sia anche la copertura economica per realizzarle. Si afferma che è necessario superare l’idea che le politiche di conciliazione riguardino solo le donne, che solo loro abbiano il problema di bilanciamento tra il lavoro professionale e il lavoro di cura, perché questa convinzione finisce per tutelare gli uomini a spese della finanza pubblica. L’introduzione di nuovi diritti per la conciliazione famiglia-lavoro per uomini e donne, e dunque anche l’ampliamento dei congedi parentali introdotti dalla Riforma Fornero, può essere finanziata attraverso un uso più corretto, senza variare il costo del lavoro, dei contributi versati per l’assegno al nucleo familiare, il cui avanzo di gestione, nel bilancio Inps, è in attivo e a tutt’oggi viene dirottato a finanziare gestioni deficitarie.
Un aiuto importante può venire dallo sviluppo del welfare aziendale incentivando le imprese anche attraverso gli accordi e le buone pratiche raccolte dall’Osservatorio nazionale della contrattazione sviluppato dalla struttura della consigliera nazionale di parità, via via che la crescita economica lo permette, per istituire asili aziendali o stipulare convenzioni con asili del territorio per garantire posti ai figli dei dipendenti o costituire cooperative di “baby nido” interaziendali, pubbliche/private.
Si possono mettere in atto misure di lavoro flessibile, come la possibilità di accorpare gli straordinari ai congedi di maternità e di paternità, facendo rientrare queste misure negli accordi di produttività e riconoscendo le agevolazioni fiscali e contributive stanziate a questo proposito,o ancora sviluppare sperimentalmente detassazione del lavoro femminile. Le esperienze del welfare aziendale sono terreno di buone pratiche da diffondere: le piccole imprese possono trovare specifica risposta negli enti bilaterali favorendo la costituzione di fondi dedicati al sostegno delle famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici per far fronte al pagamento delle rette degli asili nido e dei servizi per la famiglia.
Infatti, in materia di servizi alla persona, la legge Fornero ha introdotto la possibilità di voucher per avvalersi di assistenti qualificati e per la cura degli anziani e non autosufficienti. Si tratta di realizzare un servizio organizzato e retribuito a livello locale, attraverso la promozione di sinergie e partenariati pubblico-privati: sarà possibile riconoscere alla famiglia il diritto di essere sia destinataria, sia prestatrice d’opera di alcuni servizi.
Dobbiamo incominciare a utilizzare le risorse del Fondo sociale europeo anche per i voucher destinati alla conciliazione tra tempo di cura e tempo di lavoro, o per i voucher destinati ai servizi o formativi. Infine, per ciò che riguarda la Pubblica amministrazione è necessario migliorarne l’efficienza e in questo contesto per rilanciarne l’operato, introdurre meccanismi effettivi per misurare, valutare e incentivare il funzionamento delle strutture, le prestazioni individuali e di gruppo, è indispensabile dedicare particolare attenzione alle differenze di genere e alla misurazione della performance che sono la novità anche per promuovere il lavoro femminile, il benessere e l’efficienza di una comunità a misura di donna.