A meno di due settimane dalle elezioni, centinaia di migliaia di persone ne attendono col fiato sospeso l’esito. Le loro sorti, più di quelle di chiunque altro, sono legate a doppio filo alle scelte della politica. Si tratta di quella categoria di ex lavoratori che, per semplicità, si è soliti definire esodati. Ovvero, oltre agli esodati veri e propri (lavoratori che hanno sottoscritto un accordo di termine del rapporto con la propria azienda in cambio di un indennizzo cospiscuo) i mobilitati, i contributori volontari e gli afferenti ai fondi di solidarietà. Cittadini senza reddito da lavoro che sarebbero andati in pensione nell’arco di pochi anni, ma che, per gli effetti della nuova disciplina, dovranno attenderne molti di più prima di poter ottenere l’assegno previdenziale. Nel frattempo, non avranno di che vivere. Giuliana Carlino, senatrice dell’Idv e candidata al Senato per Rivoluzione civile, ci spiega le intenzioni del suo partito.



Come giudica, anzitutto, quanto è stato fatto finora?

Credo che sia stato fatto pochissimo. Gli esodati, secondo le stime dell’inps sono più di 390mila. Ne sono stati salvaguardati 140mila. Poco più di un terzo.

Quindi, quale sarà il compito del prossimo governo?

Sia come Italia dei Valori che, adesso, come Rivoluzione civile, abbiamo messo gli esodati al vertice delle priorità del nostro programma. Pensiamo che per risolvere la questione e sanare questa ingiustizia, la strada principale non possa che essere l’abrogazione della legge Fornero.



Addirittura?

Non c’è altra soluzione. La riforma, del resto, non ci è mai piaciuta, e non l’abbiamo votata. E’ immorale che persone che hanno lavorato tutta la vita si trovano, adesso, senza stipendio e senza pensione. Si tratta delle stessa risposta che, del resto, abbiamo dato al comitato degli esodati. Hanno scritto una lettera ai candidati premier di tutte le coalizioni, chiedendo di esplicitare le proprie posizioni in merito alla loro situazione. Noi, siamo gli unici che lo abbiamo fatto. Contestualmente, vogliamo cancellare la nuova disciplina sull’articolo 18. Riteniamo, inoltre, che l’apprendistato deve esser un inizio di contratto vero, e trasformarsi in tempo indeterminato.



Se non avrete i numeri per abrogare la legge, avete pensato a una proposta alternativa?

Pensiamo che tutti coloro che sono stati penalizzati dalla nuova disciplina vadano salvaguardati con delle deroghe. Devono, cioè, poter andare in pensione con le norme previste dalla discplina precedente alla riforma. Tutti, nessuno escluso.

In che modo pensate che si possa raggiungere l’obiettivo?

Si continua a sostenere che mancano le risorse. Le risorse si possono trovare, eccome. Introducendo, anzitutto, una patrimoniale sulle grandi ricchezze. Si tratta di una questione di equità sociale. E’ necessario sottrarre di più a chi ha di più. Il ceto medio basso, in questi ultimi mesi è stato particolarmente martoriato. Occorre, a questo punto, procedere a un’opera di redistribuzione. A questo, va affiancata un’azione decisiva di lotta alla corruzione. Ulteriori risorse, infine, si possono recuperare dalla lotta all’evasione fiscale, attraverso il potenziamento dei vari sistemi di controllo. 

Crede che il prossimo governo, qualunque esso sia, riuscirà a porre un argine alla Ragioneria generale dello Stato che, sin qui, ha impedito di sanare la situazione?

Lo spero. Lasciare gli esodati in una tale situazione sarebbe altamente immorale.

Come si è arrivati a questo punto?

La Fornero, nonostante l’Inps l’avesse avvisata, ben prima di varare la riforma, del fenomeno che si sarebbe prodotto, non ha voluto dare ascolto a nessuno. Ma ha preferito procedere egualmente senza, in seguito, riconoscerei propri errori.

 

(Paolo Nessi)