Dal cosiddetto decreto Salva Italia spunta una novità, l’ennesima tegola per i lavoratori dipendenti e coloro che percepiscono una pensione. D’ora in avanti, infatti, eventuali creditori potranno ottenere il pignoramento intero della pensione: il cosiddetto “pignoramento presso terzi”, quindi, potrebbe riguardare non più un quinto della rata mensile, come previsto dal codice di procedura civile, ma l’intera pensione. Ma non è finita, perché le novità dovrebbero coinvolgere anche i lavoratori dipendenti percipienti salario mensile in busta paga. Anche in questo caso, sembra sia stato legalizzato il superamento del limite del “quinto pignorabile” attraverso un escamotage che poggia le proprie basi sulla norma relativa alla tracciabilità del contante contenuta nel decreto. Questa, introducendo l’obbligo di apertura di un conto corrente per i pensionati sopra i mille euro, ha di fatto sovvertito l’intera disciplina dei pignoramenti presso terzi, compresa quella del quinto dello stipendio. Il creditore, per legge, potrebbe pignorare la pensione o i redditi di lavoro subordinato nella misura massima di un quinto, ma questo limite è valido solo se il pignoramento viene effettuato direttamente presso l’Ente di Previdenza o il datore di lavoro. Se invece il prelievo viene effettuato presso la banca dove il pensionato o il lavoratore deposita i propri risparmi, allora tale limite non esiste più e il creditore può pignorare tutto ciò che vuole, fino a svuotare il conto.



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