In questi giorni le forze politiche più responsabili presenti in Parlamento sono chiamate a trovare, su pressante invito del Quirinale, un accordo finalizzato a costruire insieme un esecutivo che si proponga, prima di tutto, di dare risposte efficaci e immediate a un Paese che continua a soffrire pesantemente gli effetti della grande crisi globale. In questo quadro è opportuno sottolineare come lo stesso Presidente Napolitano, nel discorso d’insediamento di fronte alle Camere per il suo secondo mandato, abbia ribadito con forza l’invito alla Politica ad affrontare, tutti insieme, la recessione e a cogliere tutte le opportunità che ci si presentano davanti.



Si chiede, quindi, di operare per influire, anche sostenendo idee innovative, sulle prossime opzioni che l’Unione europea metterà in campo, a partire dai prossimi mesi, per creare e sostenere il lavoro, per potenziare l’istruzione e il capitale umano, per favorire la ricerca, l’innovazione e la crescita delle imprese.



Il Capo dello Stato ha, inoltre, sottolineato come oggi siano necessari nuovi e diversi comportamenti collettivi da parte delle forze sociali, in primo luogo per quelle attive nel mondo del lavoro e dell’impresa, che appaiono oggi, troppo spesso, bloccate, impaurite, arroccate in difesa di vecchi privilegi e a disagio di fronte all’innovazione che rappresenta, invece, il vero motore dello sviluppo del Paese.

Su questi temi, il “nuovo” inquilino del Quirinale ha più volte richiamato le conclusioni contenute nell’“Agenda Possibile”, frutto del gruppo di lavoro, in materia economico-sociale ed europea, istituito lo scorso 30 marzo 2013 che ha consegnato le relazioni finali, e le proprie proposte, solo pochi giorni fa. Su tali temi i dieci saggi evidenziano come, nei prossimi mesi, nel nostro Paese sia necessario mettere in campo specifiche azioni per arrestare la recessione e avviare la ripresa.



In particolare, il documento individua alcune priorità quali: rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga, affrontare la grave questione dei cosiddetti “esodati”, riconoscere un credito d’imposta ai lavoratori a bassa retribuzione (a partire dai giovani), favorire il lavoro femminile, potenziando, tra l’altro, il telelavoro e gli strumenti per migliorare la conciliazione lavoro-famiglia, realizzare la vera alternanza scuola-lavoro anche per gli universitari, stabilizzare e ampliare l’agevolazione fiscale per la “retribuzione di produttività”, definire un nuovo ISEE, valutare l’ipotesi d’introduzione di un reddito minimo di inserimento, migliorare le relazioni industriali disciplinando la partecipazione dei lavoratori nell’impresa, e favorire, anche sul piano fiscale, l’azionariato dei lavoratori.

Queste indicazioni potranno, quindi, certamente rappresentare una valida base di partenza per le indicazioni programmatriche del Governo che verrà. Si deve sottolineare, tuttavia, la rilevanza del metodo adottato. Tali proposte, infatti, sono frutto del lavoro condiviso di esperti con storie e percorsi politici e culturali che sono, tra loro, anche molto diversi. La speranza è che tale scelta non rappresenti, solamente, un’opzione “subita” a causa dell’emergenza, ma che quest’esperienza di governo di “responsabilità nazionale” possa diventare, nel rispetto dei ruoli che i cittadini assegnano alle diverse parti in gioco, l’inizio di una nuova fase per la politica del nostro Paese.

 

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com