In data 3 aprile, il ministero del Lavoro, con una circolare a firma di Elsa Fornero, ha decretato il riparto fra le Regioni di 260 milioni di euro destinati al rifinanziamento degli interventi per gli ammortizzatori sociali in deroga. “Tali atti – ha dichiarato poi il Ministro Fornero in una nota – sono il segno tangibile dell’attenzione che pur nella particolare fase istituzionale viene costantemente rivolta a problematiche di grande importanza sociale ed economica”. Circa l’attenzione e la sensibilità per il Paese reale che in qualche modo il Ministro Fornero pare reclamare, ricordiamo le aziende che chiudono (360.000 solo nel 2012), imprenditori ed esodati che si suicidano, i debiti dello Stato, e un sistema politico che non è riuscito in 40 giorni a formare un governo.
Certo non è tutta colpa del Governo Monti e del Ministro Fornero, ma più che un segno tangibile, i fondi allocati per la cassa integrazione in deroga paiono per lo più un atto necessario in piena crisi economica e sociale che tra l’altro cela non poche criticità; perché questi soldi per la cassa in deroga paiono proprio gli ultimi e dalle regioni arrivano segnali di vera emergenza sociale.
Le risorse previste dalla legge finanziaria e dalla stessa riforma Fornero si stanno infatti esaurendo, si prevede che questi fondi possano essere sufficienti al massimo fino al mese di giugno, a meno che non se ne recuperino altri destinati alla formazione – come previsto – ma a seguito di un monitoraggio che sarà effettuato nel mese di maggio. Non a caso per il 16 di aprile Cgil, Cisl e Uil hanno indetto una manifestazione unitaria per sollecitare il rifinanziamento della cassa in deroga. A decidere l’iniziativa sono stati i leader sindacali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, secondo i quali mancherebbe all’appello per il 2013 circa 1 miliardo di euro.
Al di là di quella che può essere stata una stima sbagliata dell’impatto della crisi economica che ha portato allo stanziamento di fondi insufficienti, c’è anche da sottolineare come sia evidente che il Governo Monti abbia preferito non impegnare risorse sapendo che di lì a breve sarebbe toccato a qualcun altro trovarle. Il problema è che il quadro politico non è mutato e il Governo in carica è ancora quello dei tecnici.
Come ha ricordato in questi giorni Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni, si stanno vivendo situazioni al limite dell’allarme sociale in molte Regioni italiane: per questo è stata inviata una lettera al Ministro Fornero per rappresentare la gravità della situazione in cui si ipotizza che la copertura attuale consentirebbe di garantire autorizzazioni nella migliore delle ipotesi fino a giugno. È praticamente certo un “significativo aumento dell’utilizzo della deroga”. “Nella più prudenziale delle ipotesi”, l’aumento non sarà inferiore al 25% in più rispetto all’anno precedente, “stima basata sull’andamento della spesa storica. Siamo in presenza di un aumento costante degli ammortizzatori in deroga, siamo passati dai 773 milioni di euro del 2009 ai 1500 milioni di euro del 2010 ai 1600 milioni di euro del 2011. Nel 2012 si presuppone di raggiungere una spesa complessiva superiore ai 2200 milioni di euro”.
E proprio considerando “il picco di richieste pervenute negli ultimi tre mesi”, decisamente significativo rispetto al trimestre dell’annualità precedente si ritiene necessario che il Governo “preveda un significativo aumento degli stanziamenti di bilancio fino a raggiungere almeno la disponibilità di 2750 milioni di euro”.
Chiaro che attraverso qualche operazione di bilancio questi fondi saranno recuperati, la politica non lascerà certamente senza il sussidio chi ha perso il lavoro. Non conviene a nessun partito, ma non parliamo di attenzione e sensibilità: è meglio che la politica trovi un linguaggio più sobrio, oggi davvero non ci crede più nessuno.