Gianni Credit ha più di 50 anni, e fa il giornalista in uno dei tanti gruppi editoriali con i conti in profondo rosso, di quelli che soffrono la recessione imposta dall’austerity predicata dal professor Alberto Alesina; ma contemporaneamente la alimentano con la loro assoluta inazione strategica, anche sul piano sindacale, come quella che ha condotto Rcs a un passo dal fallimento pilotato.
Proprio sul Corriere stamattina Alesina attacca e svilisce la “staffetta generazionale” subito lanciata dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, col rigoroso buon senso di chi è stato statistico-capo dell’Ocse. Staffetta generazionale significa che il giornalista sottoscritto non può continuare a guadagnare uno stipendio non più giustificato dalla produttività e dalla situazione competitiva dell’industria media globale. Dovrebbe accettare per primo un’esodazione pilotata che – per fortuna – una società come quella italiana è ancora capace di pensare. E deve far spazio alle nuove iniziative come il Sussidiario, il cui modello di business punta con decisione al breakeven: anche perché i giornalisti (professionisti) guadagnano la metà dei loro colleghi di pari età e grado dei grandi gruppi in crisi.
Questa è la vera staffetta generazionale, quella che “crea crescita”, professor Alesina: o per caso ha paura di un mondo in cui gli editorialisti saranno finalmente non compensati (come quelli de Il Sussidiario compreso il sottoscritto) per esporre le loro idee su una tribuna qualificata? La staffetta è questo, professore: e cominci lei a prendersi un sabbatico, come le ha già suggerito dall’altra parte dell’oceano, il suo collega Krugman. Lui non a caso Nobel, lei no.