Da oggi, prende il via il tavolo di lavoro, presieduto del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e da quello del Welfare Enrico Giovannini, che avrà il compito di modificare i punti più controversi delle riforme della Fornero, sanandone i principali errori. Al vertice delle priorità, vi è la vicenda degli esodati. Il governo intende consentire un prepensionamento graduale, in cambio di una penalizzazione. In secondo luogo, si cercherà di modificare la disciplina sui contratti a termine. Attualmente, tra un contratto e la firma del successivo è imposto uno stop di 2 mesi per i rapporti fin a 6 mesi; lo stop e di 3 mesi per i contratti superiori ai 6 mesi. La norma era stata introdotta per scongiurare il ricorso disinvolto al tempo determinato. Si è prodotto l’effetto contrario: i datori di lavoro stabilizzano ancora meno persone. Nei 2 o 3 mesi di stop, infatti, sono costretti ad assumere qualcuno al posto del lavoratore precedente, che sovente non sarà reintrodotto, essendo già stato sostituto. Dovrebbe sparire, almeno finché dura la crisi, anche il “causolone”, ovvero l’obbligo di specificare le mansioni del lavoratore a cui è stato rinnovato il contratto a tempo determinato. Via anche l’aliquota aggiuntiva dell’1,4% su tutti i contratti a termine. Per favorire il turn-over, inoltre, è allo studio una norma che consenta ai lavoratori anziani che hanno maturato i requisiti di accedere a contratti part-time esentasse in cambio dell’assunzione di giovani. Sarà modificata anche la disciplina sui contratti di apprendistato: attualmente, un’azienda può assumere nuovi apprendisti solamente se stabilizza almeno il 30% di quelli che ha già a contratto; il governo intende rimuovere l’imposizione, sostituendolo con incentivi all’assunzione.



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