Oggi è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legge sul lavoro. Un pacchetto che contiene in particolare misure a favore dei giovani tra i 18 e i 29 anni. Il Premier Letta stima che da qui a 18 mesi ne saranno assunti 200.000. Tra le principali misure del decreto l’incentivo alle assunzioni a tempo indeterminato, pari a un terzo della retribuzione lorda imponibile per 18 mesi (12 nel caso di trasformazione di contratto da tempo determinato a indeterminato). Al bonus si potrà accedere nel caso l’assunzione determini un aumento dell’occupazione complessiva dell’azienda e potrà ammontare al massimo a 650 euro per lavoratore. Previsto anche il finanziamento di borse di tirocinio formativo a favore di giovani che non lavorano, non studiano e non partecipano ad attività di formazione (i cosiddetti Neet). Verranno finanziate anche tirocini di alto livello nella Pubblica amministrazione. È previsto anche un fondo per incentivi all’assunzione di disabili. Verrà inoltre creata una banca dati per cercare di aiutare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Previste anche azioni per ampliare l’alternanza scuola-lavoro, anche durante il periodo universitario.



Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato, è stato deciso di riportare i tempi che devono intercorrere tra un contratto e l’altro nella stessa azienda alla situazione antecedente alla riforma Fornero. Se da un lato viene introdotta più flessibilità, il ministro Giovannini ha tenuto a precisare che si tratta di flessibilità buona e che saranno prese misure a tutela dei co.co.pro, in particolare per evitare il fenomeno delle dimissioni in bianco. 



Viene inoltre introdotta in via sperimentale la carta per l’inclusione sociale per combattere la povertà estrema, che si aggiunge alla proroga della social card. “Riguarderà 170mila persone, mentre la proroga della social card 425mila persone”, ha spiegato il ministro Giovannini. Infine, in tema di pensioni di inabilità e invalidità, il governo ha deciso di stabilire una volta per tutte che non verrà considerato il reddito famigliare per stabilire se si abbia diritto o meno alla pensione, ma solamente quello personale.

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