Il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano torna a far presente tutta la problematica inerente le pensioni, in special modo le misure della legge Fornero che riguardano gli esodati. Lo ha fatto ricordando che esistono proposte di legge in merito in attesa di essere esaminate. Come si sa, esiste anche la sua proposta, quella che vorrebbe consentire a chi ha 62 anni di età e 35 anni di contributi versati di  andare in pensione con una penalizzazione dell’8%. Damiano ha spiegato già che la sua proposta vuole recuperare un principio di gradualità che non era ammesso nella riforma Fornero che come si sa ha portato l’età pensionabile per tutti a 67 anni. Chi ha poi ottenuto 41 anni di contributi, dice ancora la proposta del Pd, potrà andare in pensione a qualunque età e senza penalizzazioni. Interviene su questo tema il sottosegretario al lavoro Carlo Dell’Aringa che fa presente come sia decisivo non perdere di vista i conti garantiti dalla riforma delle pensioni: da affrontare, ha detto ancora, è il problema degli esodati, quindi di chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo. Ci sono anche coloro che non possono andare in pensione: per tutte queste categorie si potrebbe introdurre una flessibilità verso la pensione. A proposito della proposta Damiano, il sottosegretario non si dice del tutto convinto: “La proposta Damiano la considero un’extrema ratio, perché anticipare la pensione comporta dai costi. È vero che si avrebbe come compensazione la garanzia di un maggior ricambio generazionale, ma dovrebbe trattarsi sempre di un’uscita su base volontaria. E comunque dipende dal tipo di penalizzazione: per garantire l’equivalenza di esborsi per il sistema previdenziale, bisognerebbe magari proporre a lavoratore di prendere per tutta la vita 1.000 euro anziché 1.500. Non è facile”. 



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