Era il 1509 quando Erasmo da Rotterdam, dopo un lungo viaggio attraverso l’Europa, fu ospite, a Londra, dell’“amico” Tommaso Moro. In questa sua permanenza londinese, anche a causa di qualche problema di salute, scrisse quell’“Elogio della Follia” che rimane, universalmente, la sua opera più famosa. Proprio richiamandosi al percorso e ai viaggi del famoso umanista olandese, l’Europa lanciò, nel 1987, il progetto Erasmus (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students) che permette agli studenti europei di formarsi, almeno per una parte del proprio percorso accademico, in un’università straniera o di effettuare un tirocinio in un Paese dell’Unione per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi.



Solo tre giorni fa, l’Unione ha comunicato che, nei 26 anni di attivazione del progetto, si è raggiunta la cifra di ben 3 milioni di studenti che hanno beneficiato di borse Erasmus. Con specifico riferimento all’anno accademico 2011-2012, l’Unione sottolinea come il programma abbia coinvolto più di 250 mila studenti (registrando un nuovo record). Sono stati, inoltre, più di 45 mila i membri del personale accademico e amministrativo che hanno ricevuto, all’interno del progetto, un sostegno per insegnare o ricevere una formazione all’estero, con inevitabili ripercussioni sul miglioramento complessivo della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento nei paesi aderenti all’iniziativa.



Le tre destinazioni più popolari scelte dagli studenti nel 2011-2012 sono state la Spagna, la Francia e la Germania. Si evidenzia come la Spagna abbia anche, allo stesso tempo, inviato, seguita da Germania e Francia, il più gran numero di studenti all’estero. Si deve sottolineare, in entrambi i casi, l’assenza dell’Italia che sembra, ahimè, non rappresentare più una meta ambita dai giovani studenti europei.

In questo quadro, 205 mila studenti (circa l’80% dei beneficiari Erasmus nel 2011-2012) hanno scelto di trascorrere in media sei mesi all’estero presso un’università o un’altra istituzione di istruzione superiore nell’ambito del loro programma di laurea. Il numero di coloro che hanno scelto l’opzione “studio” è, quindi, aumentato del 7,5% rispetto all’anno precedente. Registrano un tasso di crescita del 18% anche i tirocini in azienda che sono sempre più popolari. Nel 2011-2012 uno studente Erasmus su cinque, in totale quasi 50 mila studenti, ha scelto quest’opzione.



I molti che, in questi anni, sulle orme di Erasmo, hanno attraversato il nostro continente, rappresentano, tuttavia, non un punto di arrivo, ma una buona pratica che può aiutare a fornire risposte ai tanti giovani, non solo studenti universitari, che, in questo momento difficile, vivono il dramma della disoccupazione o dell’inoccupazione. Dopo l’Erasmus per gli imprenditori sta, infatti, facendo breccia l’idea di progettare una linea nuova dedicata, appunto, a chi sta cercando lavoro.

Quest’azione potrebbe, difatti, rappresentare, anche nella prospettiva della youth guarantee, un’ulteriore opportunità per i giovani Neet che sempre più si annidano, oramai, anche tra i laureati e, più in generale, tra chi è in possesso di titoli d’istruzione post-secondaria.

 

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com