Il senato della Repubblica ha approvato oggi il decreto relativo all’Ilva: i voti favorevoli sono stati 206, quelli contrari 19, gli astenuti 10. Ad astenersi i senatori di Sel mentre quelli del Movimento cinque stelle non hanno neppure partecipato alla votazione. Il motivo è semplice e lo si legge nelle dichiarazioni degli esponenti grillini: non è un decreto salva Ilva, è invece un decreto ammazza Taranto, hanno detto mentre lasciavano per protesta l’aula. Motivo della protesta il fatto, dice il senatore Molinari, che non è stato permesso loro di fare alcuna modifica al decreto stesso. Di fatto il governo aveva deciso di blindare il provvedimento proprio perché non si apportassero modifiche, spiegando che altrimenti non si sarebbe riusciti a giungere alla terza lettura alla Camera in tempi brevi e si rischiava di sforare il tempo previsto per la conversione in legge e cioè il 3 agosto. Ma di cosa tratta il decreto approvato oggi? Innanzitutto sarà possibile il commissariamento da parte del consiglio dei ministri di imprese di livello nazionale che minacciano rischi di danni ambientali. Ovviamente il primo caso è quello dell’Ilva di Taranto. Per essere compresi nel decreto, le aziende dovranno avere almeno mille dipendenti e la attività deve essere di tipo pericoloso per l’ambiente. Nominato come commissario Enrico Bondi, che secondo il nuovo ddl avrà carica di durata di dodici mesi che possono essere estesi fino a trentasei, esercitare i poteri del Consiglio d’amministrazione e predispone il piano industriale. A parte, sono stati comunque approvati due ordini del giorno avanzati dal M5S: lo stato di calamità di origine antropica, causata cioè dall’uomo, e l’inasprimento delle pene in caso di reati ambientali.