Come si ricorderà, il fondatore e proprietario della catena di supermercati Esselunga, Bernardo Caprotti, nei giorni scorsi aveva scritto una lettera al Corriere della sera. Nella lettera come già accaduto in passato si lamentava della difficoltà dei suo supermercati a ottenere l’autorizzazione ad aprire, citando il caso di Firenze dove è in attesa del permesso addirittura dal 1970. Casi come questi, aveva detto spesso in passato, avvengono sopratutto nelle regioni cosiddette rosse, dove la concorrenza dei supermercati Coop sarebbe favorita, insomma si tratterebbe di un “caso politico”. Ha risposto oggi Francesco Pugliese, direttore generale della catena di supermercati Conad, con una lettera sul caso. Nella lettera Pugliese sostiene che Caprotti non ha chiarito cosa intende con “imprese politiche” che sarebbero avvantaggiate rispetto ad altro. Nel fare impresa, si legge ancora, ci sono difficoltà per tutti, ma Caprotti, si legge, si limita a parlare di “clima politico” che lo ostacolerebbe da decenni: forse è un alibi, dice Pugliese, visto che proprio lui “ha visto nascere e finanziarie proprio una compagine politica”. Poi difende la sua azienda: Conad, dice, è un soggetto imprenditoriale fatto di “tremila soci imprenditori di piccole dimensioni (…) che si sono dati un’organizzazione cooperativa”. Questo, dice della cooperativa potrebbe essere un esempio da sviluppare perché dà risposte alla crisi reinvestendo gli utili nell’attività dei soci. 



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