L’estate sta finendo, cantavano i Righeira nel lontano 1985, e con la fine delle vacanze estive è progressivamente ripresa l’attività della politica e delle istituzioni. È stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto “Pacchetto lavoro” (in cui si tratta anche la questione Iva) ed il Consiglio dei ministri ha deliberato su alcuni cruciali temi, seppur tra luci ed umbre, quali l’Imu e la Pubblica amministrazione. Nelle prossime settimane, tuttavia, si comprenderà meglio se Enrico Letta ed il suo governo delle “larghe intese”, riprendendo il tormentone estivo prima citato, sta diventando grande. Il primo importante esame sarà quello dell’approvazione della prossima legge di stabilità.



A tal proposito le Parti sociali, sia di parte datoriale che sindacale, hanno le idee ben chiare ed hanno avanzato precise e chiare richieste all’esecutivo. Due giorni fa, infatti, Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno firmato un documento congiunto nel quale, almeno secondo il leader del sindacato di Via Po, sono indicate le vere priorità del Paese ed, in qualche modo, le ricette per aiutare l’Italia ad uscire dalla recessione. In particolare si chiede di ripartire dalla revisione dell’intero sistema fiscale, di definire nuove politiche industriali e di informatizzare e rendere più efficace la pubblica amministrazione. Secondo le Parti Sociali, infatti, solamente dando risposte concrete a queste criticità che emergono dal tessuto produttivo, si possono trasformare in realtà le buone intenzioni, più volte dichiarate dall’esecutivo, di rimettere al centro dell’azione del governo la difficile scommessa della crescita.



Occorre, così, ridurre il carico fiscale su lavoro e imprese rendendo, ad esempio, strutturali le attuali misure sperimentali di detassazione e decontribuzione per l’incremento della produttività del lavoro. In materia di politiche industriali, altresì, il documento individua quattro questioni strategiche per il futuro dell’industria italiana: il rafforzamento degli investimenti nell’innovazione, a 360 gradi, per affrontare e vincere la competizione globale, lo sviluppo della green economy per garantire un rapporto equilibrato tra attività produttive e tutela della salute e dell’ambiente, la creazione di una nuova finanza per lo sviluppo per favorire una maggiore capitalizzazione delle imprese ed il rilancio degli investimenti produttivi ed, infine, la riduzione del costo dell’energia per il miglioramento della competitività delle imprese nel contesto europeo e globale.



Il documento insomma, se lo si analizza a prescindere dall’esistenza o meno di una legge sulla rappresentanza, cerca di delineare un’idea più chiara di agenda di sviluppo ed evidenzia che rimane la voglia delle parti sociali di contribuire alle grandi scelte del nostro paese, sebbene i risultati concreti siano difficili da ottenere.

Le richieste avanzate, inoltre, ricordano che, sebbene l’estate stia finendo, la crisi economica invece continua e lo fa dando duri colpi al nostro tessuto produttivo; d’altra parte, spronano tutti gli attori coinvolti ad operare con rinnovata energia per vincere le difficili sfide che l’Italia è chiamata oggi ad affrontare per tornare a crescere.

 

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com