Enrico Giovannini rilancia il “prestito pensionistico”, un’idea avanzata qualche mese fa e che sembrava dover finire presto nel dimenticatoio. Ultimamente, invece, il ministro del Lavoro sembra intenzionato a sviluppare questo sistema di flessibilità che permetterebbe ai lavoratori di lasciare il lavoro in anticipo, mentre le aziende potrebbero approfittarne per ringiovanire il personale. Non avendo maturato i requisiti necessari, il lavoratore potrebbe comunque lasciare la propria occupazione incassando un assegno pagato dall’Inps pari a una percentuale (ancora da stabilire) del proprio stipendio. Una volta raggiunti i requisiti, si inizierenne a incassare l’assegno previdenziale con cui sarebbe possibile restituire il prestito ottenuto. Il problema, come sempre, è la mancanza di risorse per finanziare un provvedimento interessante che però, come ha detto lo stesso Giovannini, potrebbe avere costi “molto alti”. “Già oggi – ha spiegato il ministro – c’è un meccanismo che attraverso accordi sindacali permette il pensionamento anticipato con pagamento da parte dell’azienda di una quota consistente del gap pensionistico, è stato utilizzato dalle grandi imprese, mentre non è utilizzabile dalle piccole”. Anche queste ultime, infatti, “potrebbero avere l’interesse a dare uno scivolo ai lavoratori, soprattutto in quei comparti dove l’età avanzata può addirittura comportare rischi per il tipo di attività svolta”.