Sono 25.095 le donne che dal 2009 ad oggi hanno usufruito dell’uscita anticipata grazie al piano “Opzione donna”, che dall’anno prossimo sarà però cancellato (ci maturerà dunque i quesiti l’anno prossima sarà fregato). Al primo di ottobre 2014 sono state accolte ulteriori 8.545 richieste di pensionamento anticipato con assegno più basso. avrebbero maturato i requisiti l’anno prossimo. Mentre il Comitato opzione donna protesta contro la decisione, è bene chiedersi come mai si accetta di uscire dal mondo del lavoro nonostante una decurtazione dello stipendio che va dal 25 al 30%: secondo i dati Istat il reddito medio da pensione degli uomini nel 2012 era pari a 19.394 euro l’anno contro i 13.568 delle donne, assai meno. Le ragioni quali sono? Genitori anziani, figli e nipoti anzitutto: per le ultracinquantenni continuare a lavorare equivale ad aver molto meno tempo per fare le nonne o, altrimenti, prendersi cura dei propri genitori. E ancora, il sottovalutare il rischio d’indipendenza economica in terza e quarta età, visto che le signore fanno affidamento comunque sul reddito complessivo della famiglia e dunque del marito. Inoltre, c’è il pensiero comune che la perdita economica sarebbe compensata dal non dover pagare o un servizio di cura o una badante. Ma il rischio è altissimo, nonostante le donne cumulino diversi tipi di pensiono arrivando a sommare per esempio invalidità civile, pensioni di reversibilità, pensione di anzianità.



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