Ne parlano Le Iene, ma già da tempo ci sono diverse denunce (come quella del Movimento 5 Stelle) relative alla legge 546 del 1996, sotto accusa perché consente a coloro che ricoprono cariche sindacali di avere dei notevoli privilegi per la loro pensione. Ma cosa prevede la legge 546 del 1996? In buona sostanza, tra gli articoli ve n’è uno che fa sì che la base per il calcolo della pensione dei sindacalisti sia costituita soltanto dall’ultimo mese di stipendio percepito. Questo si può tradurre in situazioni che davvero sanno di privilegio ingiusto. Per esempio, si parla di ultimo mese di stipendio percepito, ma non di un numero minimo di mesi, quindi per assurdo basta aver lavorato anche un solo mese per aver diritto alla pensione. Inoltre, anche in caso di lunga carriera nel sindacato, gli “abusi” non mancano: basta infatti farsi alzare lo stipendio relativo all’ultima mensilità per vedere aumentare la pensione spettante come se si fosse percepita la stessa somma mensile per tutta la propria vita lavorativa. Infine, va segnalato che questa pensione può essere anche integrativa, e quindi incassata oltre il normale assegno dell’Inps.



Sotto accusa per aver approvato tale legge è finito Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro ora nominato commissario dell’Inps. Da diverse parte se ne chiede quindi l’abolizione e anche alcuni leader sindacali, interpellati dalla trasmissione di Italia 1, hanno ammesso che si tratta di un privilegio ingiusto, anche se c’è chi ritiene che andrebbero solo perseguite le situazioni di abuso. Staremo a vedere se già con la Legge di stabilità ci sarà un intervento sulla legge 564/96.

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