Alla sua origine, il servizio di collocamento è stato pensato per svolgere funzioni meramente burocatico-amministrative: compilare liste, rilasciare certificati, mettere timbri e via dicendo. Poi, nel mondo sviluppato, si è evoluto in centro di sostegno alle persone in cerca di lavoro, tramite servizi di ricollocazione e di riqualificazione professionale. In Italia purtroppo no: gli uffici di collocamento statale sono rimasti fermi alla loro vocazione originale.



Nel 1997 si è pensato che il problema risiedesse nella gestione centrale da parte dello Stato, troppo distante dalle esigenze reali delle persone e delle imprese. Si è così proceduto a passare la responsabilità della gestione dei ridenominati Centri pubblici per l’impiego, in sigla Cpi, alle Province. Ma neanche questa soluzione ha funzionato: è arcinoto infatti che meno del 2% di chi trova un lavoro passa attraverso un Centro pubblico. 



Di fronte a questo nuovo fallimento, ora la legge–delega in tema di riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act atto II, identifica la soluzione nella costituzione di una Agenzia Nazionale per l’Occupazione, che prenda in carico la gestione dei Cpi e al contempo sia capace di integrare l’apporto degli operatori privati e del terzo settore per dar vita a una rete capillarmente diffusa di servizi al lavoro. Sapendo bene che questa volta il fallimento non è un’opzione! Perché è proprio sul buon funzionamento dei servizi al lavoro che si basa il nuovo paradigma del mercato del lavoro “renziano”: quello europeo moderno della flexsecurity, che dovrà sostituire il sistema novecentesco della job property in cui il lavoratore si sentiva “proprietario” a vita del posto che occupava.



Se dunque dal successo dell’Agenzia Nazionale dipenderà il successo della riforma è immediatamente evidente che individuare il Manager che ne reggerà le sorti è di vitale importanza. Ci sentiamo pertanto di offrire un suggerimento per compiere al meglio questa scelta decisiva: si segua il metodo utilizzato all'”Università di Trento”.

Nei giorni scorsi è apparso sui maggiori quotidiani italiani l’annuncio per la ricerca del nuovo rettore. Nell’inserzione l’ateneo invita i professori ordinari italiani a candidare alla carica, allegando proprio Curriculum Vitae e la proposta di piano strategico di ateneo che si intenderebbe attuare in caso si venga scelti per ricoprire l’ambito ruolo di rettore. Lo stesso si faccia dunque per la scelta del manager cui si affiderà la responsabilità di impiantare anche in Italia la rete dei moderni servizi all’impiego. 

Con una differenza: a Trento ci sarà un comitato che vaglierà le candidature, pubblicando poi sul sito dell’Università la propria valutazione, in modo che i docenti dell’ateneo possano esprimere un voto consapevole. Nel caso dell’Agenzia, si potrebbe invece operare la scelta affidando la selezione della lista ristretta dei candidati a una primaria società di Executive Search. Conosciuta solo dal Ministro Giuliano Poletti!

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