Incremento dell’aspettativa di vita  secondo i calcoli Istat e requisti pensionistici. Il risultato di questo collegamento dà una nuova brutta botta a tutti coloro che si apprestano ad andare in pensione: l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia e anni di contribuzioni per quella anticipata vengono aumentati di quattro mesi a partire dal primo gennaio 2016. Non sono certo quattro anni, ma è un nuovo slittamento che dopo quello pesantissimo della riforma Fornero sembra allontanare ancora la meta agognata giustamente dai lavoratori. Lo scorso 16 dicembre è stato firmato un decreto non ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale che annuncia tale decisione. La buona notizia è che nel tutto resta come è, cioè sono confermati i requisiti già oggi in corso. Dunque, per fare un veloce riassunto: le donne lavoratrici private e autonome ad esempio le commercianti, le coltivatrici dirette andranno ancora in pensione rispettivamente a 63 anni e 9 mesi le prime e a 64 anni e 9 mesi le seconde. Le dipendenti pubbliche così come gli uomini nei vari settori andranno anche loro in pensione come previsto e cioè a 66 anni e tre mesi. La pensione anticipata anch’essa così come prevista dal governo Monti rimane pure nvariata: 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 e sei mesi per le donne. 



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