Insieme al profilo vi è un altro aspetto di altrettanta importanza che qualifica o meno la presenza online degli utenti di LinkedIn, ed è la capacità di produrre e distribuire un flusso di contenuti (stream) alla propria rete di followers. È questo un aspetto comune sia ai singoli utenti, nel costruire dei contenuti personalizzati, che alla stessa LinkedIn (nonché a tutti i principali social network) perché si devono invogliare gli utenti registrati ad accedere all’account in maniera regolare e non solo quando vi è da aggiornare il proprio curriculum oppure quando si è alla ricerca attiva di un lavoro. Detto in altri termini, si devono favorire, il più possibile, le interazioni tra utenti, e questo costituisce un obiettivo primario del marketing della compagnia statunitense.



In questo articolo verrà descritto il flusso dei contenuti iniziando col trattare di tre sezioni (Collegamenti; Gruppi; Elementi seguiti) le quali rappresentano il trait d’union con l’aspetto dinamico di LinkedIn, il flusso, che trova piena estrinsecazione nella pagina “Home”, allo stesso modo del flusso di Twitter, della wall di Facebook, della “Home” di Google+, di Pinterest, solo per citare le principali reti social.



1) Collegamenti. Una rete professionale quale LinkedIn non svolgerebbe bene la propria missione se non cercasse di alimentare incessantemente, in maniera virale, i propri contatti. A questo riguardo, vale sapere che i contatti si dividono in contatti di I grado coi quali si è connessi direttamente; contatti di II grado coi quali si condividono uno o più nodi della propria rete (gli amici degli amici); contatti di III grado i quali sono collegati ai membri di II grado (gli amici degli amici degli amici). Ebbene, LinkedIn permette di “navigare” le connessioni di II e III grado e di inviargli dei messaggi, al fine di ottenere nuovi collegamenti. Al di fuori del III grado si possono inviare solo dei messaggi a pagamento tramite la funzionalità “InMail”. Il sistema spedisce, inoltre, continue notifiche, in automatico, tramite messaggi e-mail, a tutti i contatti della propria rubrica invitandoli a collegarsi. LinkedIn permette, poi, di “sfogliare” le persone che hanno frequentato la stessa università, oppure i precedenti posti di lavoro così come di invitare i pensatori, i leader, gli influenti (influencers) del gruppo a cui ci si è iscritti, in base agli interessi condivisi. Come ben si vede da questi brevi esempi, Big LI ha tutto l’interesse a far crescere la rete professionale e ora ha reso disponibile il nuovo servizio “Persone che potresti conoscere”, dove vengono presentati dei nominativi, con le relative intestazioni, collegati con i propri contatti e, dunque, potenzialmente raggiungibili. In tutti questi casi, quindi, è possibile navigare i punti della rete altrui e spedire un invito a tutte quelle persone che si vogliono raggiungere.



2) Gruppi. L’attività svolta all’interno dei gruppi, alimentando il flusso dei contenuti e le interazioni tra i membri degli stessi, può divenire di un certo interesse se essi sono significativi per la propria attività lavorativa; essi possono essere l’occasione per scambiare contenuti interessanti, venire coinvolti in discussioni pubbliche e confrontarsi su tematiche di interesse comune. In questa come in altre situazioni vale sempre il criterio prudenziale che si dovrebbero commentare le discussioni solo quando si ha qualcosa di interessante da dire, in modo da apportare degli utili contributi alla discussione generale. Ci sono tante situazioni che potrebbero favorire delle vere e proprie comunicazioni rivolte ai gruppi, quando si vuole promuovere un convegno imminente, che si vuole condividere con la propria comunità professionale, oppure un corso o un evento speciale. In un secondo momento è, poi, più facile collegarsi con persone con cui si è interagito nei gruppi. Si può anche dare vita a un gruppo così da potersi connettere con persone che condividono gli stessi interessi e divenire un esperto riconosciuto di quella tematica lavorativa. Inoltre, i gruppi possono essere una grande risorsa in quanto, quando vi si entra si guadagna l’accesso agli utenti che potrebbero essere al di fuori della propria rete di II e III grado.

3) Elementi seguiti. Si tratta di aziende, scuole o università che si stanno seguendo in quanto interessati alle loro attività sociali ed educative oppure perché in qualità di ex alunni può essere utile mantenere un contatto con una realtà importante per la propria vita attuale e passata, anche a livello affettivo, condividendone gli intenti e gli scopi sociali.

L’obiettivo di LinkedIn è che tutte queste strategie possano espandere le modalità di come le persone utilizzano la propria piattaforma, andando così oltre il tradizionale modo di vedere il sito, solo come ancoraggio per il proprio curriculum e per la carriera.

La Home è la pagina di LinkedIn dove tutti gli aggiornamenti trovano il loro naturale luogo di elezione. Nella parte centrale, scorre il flusso vero e proprio col quale si cerca di catturare l’attenzione dei membri, nonché di spingerli a distribuire, essi stessi, dei contenuti di interesse comune. Tale flusso viene alimentato dai molteplici aggiornamenti di stato, che qui di seguito vengono elencati: Condivisioni (sono i post, link ad articoli scritti in prima persona oppure ripresi da altre fonti di cui si ritiene utile la condivisione);Collegamenti (LinkedIn notifica sempre quali sono i nuovi contatti, al fine di favorire l’allargamento delle cerchie); Gruppi (vengono specificate sia le adesione dei membri ai gruppi nonché le discussioni avviate nei gruppi: “xy ha avviato una discussione in yz”); Aziende (le notifiche riguardano sia le adesione dei contatti che le pubblicazioni delle offerte di lavoro: “xy Spa ha pubblicato un’offerta di lavoro che potrebbe interessarti”); Profili (vengono riportate le seguenti notifiche: “ha aggiornato il suo profilo”, “ha aggiunto una nuova foto”, “Congratulati per il suo nuovo lavoro!”, “Congratulati per il suo anniversario lavorativo!”, “ha aggiunto una nuova foto”, “ha ricevuto una segnalazione da”); Offerte di lavoroTuoi aggiornamenti(vengono visualizzati tutti i propri cambiamenti di stato e i post pubblicati).

In conclusione, LinkedIn è la maggiore rete professionale attualmente esistente. Rispetto all’ecosistema dei social network si distingue nettamente per il suo forte profilo lavorativo. Riguardo ai principali concorrenti Big LI ha dalla sua, difatti, che si tratta di una piattaforma professionale e che coloro che si sono registrati lo hanno fatto condividendone la missione aziendale e non solo per una personale visibilità social. Avere creato una comunità professionale globale, con una forte impronta anglosassone, è senz’altro un suo punto di forza. Vale la pena, allora, esserci in un ben determinato modo, che è quello codificato, nel corso del tempo, dalla stessa comunità professionale.

Si è creata, difatti, una comunità virtuale la quale non può non identificarsi se non facendo riferimento ai valori fondanti della comunità stessa; come definire se stessi diventa, allora, una funzione del modo in cui gli altri si definiscono a loro volta, in una continua produzione e riproduzione sociale. La sua forte impronta culturale è anche, però, un punto di debolezza poiché può divenire, in alcuni casi, una forte barriera, testimoniata dalla debole presenza in Cina e in India.

Un ulteriore limite è dato dalla considerazione che seppur Big LI copre un’ampia gamma di professionisti, soprattutto quelle professioni a elevata qualificazione poiché i reclutatori vi cercano perlopiù marketing managersweb designers, ecc., sembra non rappresentare del tutto alcuni specifici gruppi occupazionali.

Ancor di più vale la pena esserci in tempi di crisi economica, perché Big LI potrebbe essere complementare alle bacheche di annunci di lavoro. Ciò pare confermato dalle statistiche quantitative dalle quali si evince che sempre più imprese vi fanno ricorso, come visto nei precedenti articoli, seppur soprattutto nella situazione statunitense e assai meno in quella nazionale. Vi fanno sempre più ricorso perché un vantaggio chiave che LinkedIn offre, rispetto alle job boards, è la sua capacità di aiutare i reclutatori a trovare e connettersi con i cosiddetti candidati passivi; poiché gli utenti di LinkedIn indicano i loro settori di attività nella sezione di intestazione del loro profilo, i reclutatori possono creare ricerche mirate per trovare i candidati che non possono essere rintracciati mediante altri mezzi.

In definitiva, allora, LinkedIn è uno strumento che, pur con tutti i suoi limiti, può contribuire, in maniera positiva, a far sì che domanda e offerta di lavoro possano incontrarsi in maniera efficace, anche in un mercato altamente segmentato quale quello italiano.

 

(9- fine)