Il drammatico problema della disoccupazione giovanile, diffuso e radicato su tutto il territorio nazionale e che ha tra le sue maggiori cause una sempre più profonda distanza tra mondo della scuola e mondo del lavoro, rimbalza con crescente frequenza sui giornali e nei dibattiti televisivi. Lo ha ben approfondito, ad esempio, Luigi Offeddu su Il Corriere della Sera in un articolo dove -dati alla mano – racconta il grave disallineamento tra scuola-formazione da una parte e lavoro dall’altra.
Ci sono però anche alcune eccezioni, basate ad esempio su modelli reali di formazione in alternanza scuola-lavoro, capaci di far dialogare questi due mondi con risultati straordinari. Uno di questi esempi, si trova nell’operosa Brianza, che oggi è vittima del processo di desertificazione industriale. Si tratta di Cooperativa In-Presa di Carate Brianza che si occupa di diverse attività tra cui una dedicata alla formazione in alternanza scuola-lavoro per 90 ragazzi in dispersione scolastica o che vivono una situazione di precarietà e disagio (ai quali cerchiamo di dare una “seconda possibilità”).
Oggi in Italia si spaccia troppo spesso per “alternanza” quello che molte volte non è che una pallida attività di stage. Noi abbiamo scelto un percorso diverso per i nostri ragazzi: un mese in aula e nei laboratori della scuola, un mese in stage per fare un’esperienza reale del lavoro; e il coinvolgimento degli imprenditori (artigiani, piccole aziende, ma anche società multinazionali) nella progettazione del percorso educativo-formativo, con metodologie didattiche e obiettivi condivisi, sino addirittura a chiamarli a partecipare ad alcuni consigli di classe. Ad esempio, sono gli imprenditori stessi che, dopo lo stage, ci aiutano a individuare la strada più adatta per ciascun ragazzo.
E i risultati di questo “link” sono evidenti soprattutto in termini di occupazione: in un momento in cui l’emergenza lavoro si fa sempre più drammatica, soprattutto tra le fasce giovanili, il 50% dei ragazzi che frequentano il corso in alternanza scuola-lavoro presso In-Presa trova un’occupazione stabile (a tempo indeterminato!) entro sei mesi.
Questa alleanza tra docenti e mondo del lavoro è diventata una nuova ed efficace forma di scuola e di trasmissione dei saperi. Come spiegò uno dei nostri ragazzi con una felice e sintetica espressione: “Qui sto imparando il sapere dal saper fare”.
Questi risultati non sarebbero stati raggiunti senza la disponibilità di decine e decine di imprenditori del territorio che hanno aperto le porte delle loro imprese a esperienze di stage, e così facendo sono diventati parte attiva della proposta educativa di In-Presa. Oggi questa rete di artigiani, imprenditori, grandi aziende, trova in In-Presa un partner che conosce le sue esigenze e “parla la sua stessa lingua”. E questo ha innescato un circolo virtuoso per cui questa stessa rete si fa carico con noi di un bisogno sociale e ne attutisce le conseguenze (e i costi sociali per la Pubblica amministrazione).
Insomma, ci sono anche in Italia casi di eccellenza nella formazione e nella capacità di stabilire efficaci canali di dialogo tra scuola e lavoro. Non c’è bisogno di andare all’estero (ad esempio, in Germania) per trovarne. Basterebbe una politica coraggiosa capace di sostenere e dare stabilità ai tentativi che portano maggiori risultati e non relegarli nel limbo di “percorsi sperimentali”.