Sono decine di migliaia gli imprenditori scesi in piazza oggi a Roma a manifestare. Titolo del raduno, organizzato da Rete Imprese Italia, è “Senza impresa non c’è Italia, riprendiamoci il futuro”. Artigiani, agricoltori, commedianti: c’è di tutto in piazza, i rappresentanti di un sistema lavorativo strozzato dalla crisi, basti ricordare le decine di suicidi degli ultimi anni, disperazione di fronte all’impossibilità di portare avanti le proprie piccole aziende. Cosa chiedono gli imprenditori? Ovviamente come prima cosa meno tasse, che sono ciò che uccide le imprese, e poi anche meno burocrazia, altrettanto o quasi grave. A parlare loro in Piazza del Popolo il presidente di Confartigianato Liguria Giancarlo Grasso: “L’economia del Paese non puo’ basarsi solo sull’esportazione, ma deve rimettersi in moto a partire dal proprio mercato interno. Siamo qui per chiedere una svolta al Governo, meno burocrazia e stop all’inasprimento della pressione fiscale” ha detto fra le altre cose. I dati della crisi denunciata oggi: nel 2013 hanno chiuso 372mila imprese in Italia, quasi mille al giorno; la pressione fiscale è del 54% del Pil mentre in Europa mediamente si paga il 20% in meno che in Italia. Marco Venturi, presidente di Rete Imprese Italia ha invece chiesto al nuovo presidente dl sconsiglio una immediata convocazione: “Il prossimo governo ed il Parlamento devono prendere atto di questa grande forza, dell’enorme malessere, delle difficoltà che vivono le nostre imprese e devono cambiare registro” ha detto. Sul palco anche Carlo Sangalli (Confcommercio): “E’ a rischio la pace sociale. È pericoloso lasciare le famiglie e le imprese sull’orlo della disperazione”. 



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