Non si placa l’uragano Della Valle, sempre più in rotta di collisione contro Rcs (di cui è azionista all’8,99%) e di conseguenza della famiglia Agnelli. Come si ricorderà, nelle scorse settimane c’era stato un botta e riposta tra l’imprenditore marchigiano e John Elkann, che Della Valle aveva anche definito un imbecille dopo l’infelice frase che definiva i giovani italiani senza voglia di cercarsi un lavoro. Questa volta il boss della Toad’s dice che con Elkann in realtà lui non ce l’ha, ce l’ha piuttosto con la famiglia Agnelli e tutti i danni che essi hanno fatto. Facendo delle somme, ha detto, hanno fatto più male che bene all’Italia. “Io credo che gli Agnelli a Marchionne devono fargli un monumento, gli italiani no. Marchionne deve dedicarsi un po’ di più all’Italia e potrebbe fare cose per il paese” ha detto, aggiungendo che Chrysler è stata l’ancora di salvezza per la Fiat. A proposito di Elkann ha aggiunto, “quando ha trattato il problema occupazione in quel modo, la parola ‘imbecille’ era la parola più elegante che mi è venuta in mente. Quando si parla ai giovani bisogna avere titolo. Salviamo il soldato Yaki, ha detto una stronzata gigantesca, ma poi ha riconosciuto di aver sbagliato”. Positivo invece il suo giudizio su Matteo Renzi che, ha detto, è uno che mette la faccia nelle cose che fa. Bisognerà aspettare qualche mese per vedere se riuscirà nei suoi intenti. Riguardo a Rcs invece, Della Valle sta valutando un’azione di responsabilità nei confronti dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, come ha detto parlando al programma Radio 24: al Corriere della Sera oggi non c’è un azionariato che decide e un cda che si assuma dei rischi.



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